Palermo, 2 lug. (Apcom) – Non ci sarebbe un movente mafioso all’origine della sparatoria nella quale ieri, a Catania, sono rimasti gravemente feriti Laura Salafia, 34enne studentessa di Lettere, e Maurizio Gravino, indicato dai magistrati come vicino ad ambienti malavitosi etnei.
Ad armare la mano di Andrea Rizzotti, incensurato di 54 anni, impiegato comunale e in un’area di servizio vicina alla zona della sparatoria, individuato e arrestato dopo una notte di indagini degli uomini della Mobile di Catania, sarebbe stato infatti il desiderio di vendetta nei confronti di Gravino, reo di averlo fatto oggetto di pesanti offese ripetute nel tempo.
Un movente confessato dallo stesso Rizzotti al momento della cattura, avvenuta all’alba di oggi, in un’abitazione ad Ippocampo di mare, la zona balneare di Catania. A lui le forze dell’ordine sono arrivate dopo aver visionato i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona in cui è avvenuto l’agguato, piazza Dante, a due passi dalla Facoltà di Lettere. Secondo i magistrati titolari delle indagini Andrea Rizzotti non è legato ad ambienti mafiosi.
Soddisfatto per la rapidità con cui si è conclusa l’operazione di identificazione del sicario, è soprattutto il questore di Catania, che ringraziando gli investigatori ha sottolineato come si sia mantenuta “una promessa ai genitori della studentessa ferita”.
Intanto, all’ospedale Cannizzaro di Catania, le condizioni di Laura Salafia, raggiunta al collo da un proiettile vagante, restano gravi ma stabili. I medici hanno parlato di una “lesione midollare” dovuta al fatto che la pallottola le si è incastrata fra la seconda e la terza vertebra cervicale. La ragazza comunque è sveglia e parla con il personale sanitario che si sta prendendo cura di lei. Gravi anche le condizioni del vero obiettivo di Rizzotti, Maurizio Gravino, centrato da tre colpi di pistola e che ieri stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per stabilizzare le funzioni vitali. Sia Maurizio Gravino che Laura Salafia, al momento, restano in prognosi riservata.
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