Cattaneo: «Sì, la Lombardia val bene la faccia e la coerenza»

VARESE «Il bene della Lombardia val bene la faccia». Albertini addio, Raffaele Cattaneo rientra nei ranghi e correrà alle regionali nel Pdl.
«La difesa del lavoro svolto finora per il bene comune – spiega l’ex assessore ciellino – è un valore che in politica conta di più della coerenza e della tutela della propria faccia». Si spiega così quella che può sembrare una giravolta o una retromarcia, per Cattaneo che dopo il ritorno di Berlusconi aveva dichiarato di «non

avere intenzione di fare campagna elettorale» per Silvio a Roma e per Roberto Maroni a Milano e che prima di Natale aveva portato in giro per la provincia Gabriele Albertin, candidato alla presidenza della Lombardia.
«C’erano alternative? Sì – ammette Cattaneo – fare come Catone e ritirarmi a vita privata, scelta che avevo preso in considerazione. Molti amici varesini, però, hanno sottolineato come in questa fase la mia esperienza che dura da molti anni in Regione avrebbe contribuito a difendere di più quello che abbiamo costruito, 18 anni in cui abbiamo fatto tante cose buone».
Insomma, a fargli cambiare idea sarebbero stati i suoi fedelissimi, convocati mercoledì sera, insieme «alla passione politica che mi accomuna a Formigoni». Infatti ieri pomeriggio Cattaneo era seduto a fianco del Celeste, nella conferenza stampa in cui Roberto Formigoni ha annunciato il suo sostegno a Maroni, dopo aver «perso la battaglia politica interna al Pdl», come era già successo nel 2005, quando si inchinò al “niet” di Bossi sulla lista Formigoni che avrebbe aperto al centro e alla società civile.
Nella galassia ciellina (che già ha perso un pezzo grosso come Mario Mauro), ha prevalso la volontà di «non consegnare la Lombardia alla sinistra», come ricorda Formigoni. «Abbiamo fatto una scelta di realismo e l’abbiamo fatta insieme – fa sapere Cattaneo – sofferta, non presa a cuor leggero, pur sapendo di aver sostenuto posizioni diverse. Le capriole in politica non mi entusiasmano, ma senza il nostro appoggio avremmo aperto il fronte a difficoltà di vittoria». Per l’ex assessore ora c’è la battaglia delle preferenze (parte dal plebiscito di 15mila del 2010) per riconquistare un posto in consiglio regionale, anche se per risparmiarsi la faccia, dopo aver bocciato la candidatura di Maroni in Lombardia, qualcuno gli aveva suggerito di candidarsi alle politiche.
«Non ho cercato quel tipo di candidatura perché volevo proseguire nel percorso avviato a livello regionale» spiega.

s.bartolini

© riproduzione riservata