«L’abbattimento dei cipressi non era nel programma elettorale. Ho semplicemente seguito una richiesta avanzata dagli uffici tecnici dell’assessorato all’Ambiente, di cui mi fido, che hanno presentato le proprie valutazioni che io ho ritenuto opportune, credibili e fondate».
Queste le parole del sindaco di Varese, , che ieri, dopo i primi giorni di “no comment”, è entrato nel merito della vicenda che vede un abbracciato al cipresso numero 9 dei Giardini Estensi per protestare contro la decisione del Comune di abbattimento di 16 calocedri della California.
«A giugno, dopo la prima contestazione, ho sospeso la decisione di abbattimento dei cipressi e ho dato la possibilità anche al consiglio comunale di esprimersi: la commissione Ambiente si é espressa avallando l’abbattimento, oltretutto con parere favorevole anche di una parte dell’opposizione che ha portato i suoi esperti per una ulteriore valutazione della questione».
, forte sostenitore dell’iniziativa messa in campo da Forzinetti, contesta le scelte ambientali portate avanti da Palazzo Estense.
«Ci si dimentica che il dottor Zanzi, che oggi fa queste battaglie, é stato dieci anni fa il promotore di un progetto a Villa Recalcati dove vennero abbattuti ben 28 alberi. La sua realizzazione inizialmente creò qualche sconcerto, ma ora io ritengo che l’intervento sia ben riuscito».
«Inoltre, nessuna delle persone che oggi protesta contro l’abbattimento dei cipressi, o contro il parcheggio alla Prima Cappella, ha mai avanzato critiche o proposte alternative nelle sedi istituzionali preposte: esiste una democrazia rappresentativa, nella quale io credo, e che dà voce attraverso il voto anche a tutti quei cittadini che non hanno la possibilità di far sentire la propria opinione attraverso gli organi di stampa». Per fare chiarezza in merito alla decisione dell’amministrazione comunale di abbattere i 16 cipressi, abbiamo chiesto di visionare integralmente la relazione presentata in commissione, i pareri favorevoli della Soprintendenza e del corpo Forestale, e di fare un sopralluogo con il tecnico dell’assessorato all’Ambiente, .
Percorrendo il vialetto che si affaccia sulla fontana verso il Belvedere, si nota subito che cipressi e tassi secolari sono a ridosso gli uni degli altri e che entrambe stanno soffrendo questa vicinanza.
«I tassi sono danneggiati per soffocamento e i cipressi stanno soffrendo perché non hanno lo spazio per espandersi – spiega Cardani, facendo riferimento alle motivazioni di carattere ambientale – I calocedri oggi hanno un’altezza che varia dai 10 ai 15 metri, ma possono raggiungere anche i 40 metri di altezza».
«Due dei cipressi impiantati più di trent’anni fa sono già caduti perché la zolla era ancora avvolta dal panno, assolutamente integro, usato per l’impianto e che ne aveva impedito lo sviluppo radicale. Queste due specie stanno male entrambe, sono spoglie e a lungo andare i cipressi rischiano di fagocitare i tassi secolari».
«Le possibilità sono due: o si abbattono i cipressi, dando un futuro ai tassi secolari e presenti nel disegno originario del giardino alla francese, oppure si abbattono i tassi a favore dei cipressi».
C’è poi una motivazione paesaggistica legata all’originaria vocazione dei Giardini, avallata dalla Soprintendenza.
«Bisogna tracciare un confine tra i giardini alla francese, formati originariamente da piante completamente autoctone, e dal bellissimo giardino all’inglese, l’area del parco che abbraccia il laghetto, realizzato dai successori di Francesco III D’Este: Robbioni e Veratti – conclude – Il confine è il carpineto. Questi cipressi nascondono la visione del palazzo».
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