Cemento depotenziato, Legambiente: Non solo ad Agrigento


Palermo, 28 lug. (Apcom)
– “Quello di Agrigento non è caso isolato”. Lo sostiene l’associazione ambientalista Legambiente, dopo il sequestro da parte della magistratura dell’ospedale `San Giovanni di Dio’ per rischio crollo che sarebbe dovuto all’uso di molta sabbia e poco cemento nei pilastri e nelle fondamenta. “C’è in Italia – sostiene il vice presidente di Legambiente Sebastiano Venneri – un lungo elenco di opere pubbliche a rischio cemento taroccato, un business sul quale la mafia ha evidentemente messo le mani. La vicenda di alcuni manufatti crollati con il sisma in Abruzzo e il caso di questo ospedale – dice Venneri – sono la punta di un iceberg che nasconde uno scenario inquietante. Le mafie, che molto spesso detengono il monopolio nella produzione e distribuzione del calcestruzzo, hanno lucrato nel corso degli ultimi 30 anni fornendo alle opere pubbliche tanta sabbia e poco cemento”.

Tra le opere pubbliche al vaglio della Magistratura per calcestruzzo depotenziato ci sono anche il nuovo padiglione dell’ospedale di Caltanissetta, gli aeroporti di Palermo e di Trapani, il viadotto Castelbuono e la galleria Cozzo-Minneria dell’autostrada Palermo-Messina, il lungomare di Mazara del Vallo, il porto turistico di Balestrate, l’approdo di Tremestieri di Messina e il porto Isola-Diga Foranea di Gela. E addirittura il Palazzo di Giustizia di Gela e il Commissariato di Polizia di Castelvetrano. E’ questo l’elenco stilato da Legambiente sulla base dei dati delle Procure.

“L’ospedale San Giovanni di Dio – dice Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia – è un edificio costruito negli anni delle opere pubbliche finalizzate ad alimentare il sistema tangentizio, quando a prevalere era il principio della totale irresponsabilità. L’importante era fare soldi, anche a costo di mettere a serio rischio la popolazione. Rimane adesso da verificare la solidità di tante altre opere pubbliche segnalate dalla Protezione Civile”.

Secondo Legambiente è lunga la lista di edifici pubblici a rischio per `cemento molle’ al vaglio della Protezione civile siciliana per verificare che rispondano ai criteri antisismici: su 48 edifici verificati, 43 non hanno superato i test. Un fatto assai grave in una Regione che ha il 90% dei Comuni ad alto rischio sismico. Anche in questo caso colpa principale è del cemento depotenziato e il fenomeno riguarda altre Regioni italiane come Campania, Calabria, Molise e Veneto.

Tra gli edifici più a rischio secondo Legambiente “ci sono gli ospedali Cervello di Palermo, l’Ospedale Civico di Partinico, il poliambulatorio Biondo, il padiglione 6 dell’Ospedale Piemonte di Messina. Ma anche il cine-teatro di Porto Empedocle, tante chiese, parrocchie, scuole e asili nido. A Tropea c’è una scuola media in via Coniugi Crigna il cui calcestruzzo è talmente scadente che l’ingegnere chiamato a redigere una relazione tecnica ha chiesto l’immediata demolizione dell’edificio. E mentre si costruiva la scuola pubblica Euclide a Bova Marina, appaltata dalla di Reggio Calabria, `metti meno cemento e più sabbia’ raccomandava un boss della mala reggina intercettato a un suo compare”.

Legambiente, infine, indica tutte le opere pubbliche al vaglio della Magistratura per cemento `taroccato’. In Sicilia la galleria Cozzo-Minneria, Autostrada Palermo Messina, Torrente Braemi, Superstrada Licata, Porto Isola-Diga Foranea e il Palazzo di Giustizia di Gela, nuovo padiglione Ospedale di Caltanissetta, viadotto Castelbuono, Autostrada Palermo Messina l’pprodo di Tremestieri, gli aeroporti di Palermo e Trapani, il Porto turistico di Balestrate,i lungomare di Mazara del Vallo,il commissariato di Polizia di Castelvetrano. In Calabria la Galleria in località Palizzi sulla statale 106, la scuola pubblica Euclide di Bova Marina, la scuola media, via coniugi Crigna a Tropea. In Veneto i lotti 9 e 14 dell’autostrada A31Valdastico, in Molise la variante autostradale a Venafro.

Cas

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