Cento anni di musica e arte Pianoforte e ricordi per Molteni

VARESE La “Premiata Fabbrica ” di strumenti musicali “Ditta Molteni”, si legge sulle vecchie etichette, compie cento anni. Nel 2013 taglierà il traguardo di azienda familiare (con cinque dipendenti) fondata a Varese nel 1913 da Giuseppe Molteni.
«Impresa artigiana di costruzione di strumenti a fiato in ottone», dice il titolare Mario. Settantotto anni dei quali cinquanta – tanti al fianco della moglie Serenella, presenza fissa dietro il bancone – passati tra bottega e negozio: «Mio

padre Piero Paolo dirige l’attività dal 1924 e poco dopo abbandona la costruzione dei fiati per rafforzarne l’anima commerciale. Io frequentavo le scuole elementari, poi il pomeriggio lo passavo in laboratorio a smontare clarinetti e la sera mi mettevo sui libri. Il babbo sosteneva che il tempo non mancava mai, e così a questo si sono aggiunte le lezioni di pianoforte dal maestro Angelo Gadisco».
Ora l’impresa è nelle mani dei figli Paolo (che segue l’aspetto commerciale, il sito internet e la pagina Facebook) e Nadia, impegnata in amministrazione. È lei ad affermare: «Ci occupiamo del tempo libero degli altri». Perché vita privata, la famiglia Molteni, ne ha poca: «È legata ai concerti e alle richieste di pianoforti: trasporto e accordatura». Una fra le grandi tradizioni dei Molteni è proprio questa: preparare lo strumento per chi dovrà suonarlo.
A tal punto che Mario, nel 1969, è stato eletto presidente dell’Associazione italiana accordatori e riparatori di pianoforti (Aiarp) per ricoprire, in seguito, la carica di vicepresidente di Europiano. E si tratta di una tradizione che si tramanda di padre in figlio.
Mario è arrivato all’ottavo di pianoforte principale e poi ha tenuto un corso alla Schultze-Pollmann di Bolzano, mentre Paolo si è diplomato in conservatorio e poi ha imparato l’arte alla Steinway: due grandi case del pianismo mondiale.
Entrambi hanno visitato il Giappone: l’uno alla Yamaha e l’altro alla Kawai. I mutamenti della società e la trasformazione dei gusti del pubblico la si registra anche in un negozio come questo dove, oggi, sono esposte più di settanta chitarre e solo tre fisarmoniche (lo strumento per eccellenza del secondo dopoguerra).
«Anche noi abbiamo vissuto il nostro boom – sottolinea Paolo – grazie ai Beatles e a Lucio Battisti. Con la musica leggera degli anni Sessanta, l’arrivo del beat e l’amplificazione è cambiato tutto. E la seicorde, acustica o elettrica, è sempre imbattibile». Tra le mode passeggere e il classico che non muore mai, l’impresa Molteni soddisfa un pubblico che va dai sei anni ai settanta. Con una storia di pianisti che hanno segnato l’interpretazione di tutti i tempi: Aldo Ciccolini, Maria Tipo, Delli Ponti, Bruno Canino.E Dino Ciani, del quale Mario è stato per anni l’accordatore fidato per il Nord Italia.
Dell’artista restano tanti ricordi e una dedica: «All’amico Molteni con sincera riconoscenza». Infine, la crisi c’è, ma per il signor Mario si tratta di un «assestamento: ci si dirige verso prodotti più economici, ma la scelta non manca».

s.bartolini

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