– A tu per tu con , candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni comunali a Somma Lombardo.
Sul suo nome confluiranno i voti del Partito democratico e della sinistra sommese, ma anche di una lista civica dell’area del Nuovo centrodestra e di un’altra più legata allo stesso candidato sindaco.
«Quando è filtrata la notizia di una possibile candidatura, ho avuto il sostegno di molte persone che si sono dichiarate disposte a dare una mano, anche candidandosi e partecipando alla stesura del programma», ammette.
Sposato, tre figli, classe 1969, laurea triennale in giurisprudenza (consulente del lavoro) e magistrale in scienze politiche sociali mentre era già padre e marito, oltre che lavoratore, Bellaria è stato consigliere comunale dal ’96 al ’98 per l’allora Partito popolare.
Incarico lasciato per dedicarsi all’attività sindacale a tempo pieno nella Fim Cisl, che non consente la compatibilità tra cariche sindacali e amministrative o politiche. È stato segretario generale della Fim di Bologna quando era sindaco prima di tornare in zona,
a Milano. «Accettando la candidatura a sindaco, ora opererò a Milano per la Cisl, ma con incarichi solo di staff».
Perché questa scelta? «Sono stato contattato da una serie di persone e, al di là del piacere per la stima ricevuta, la proposta mi ha fatto riflettere. La fascia di popolazione tra i 40 e i 50 anni è quasi assente dalla vita amministrativa e politica, eppure è una generazione che vive la città più di altre, perchè ci sono i figli, i rapporti con la scuola, i genitori anziani con tutte le problematiche relative».
La “piazza” di Somma è difficile e nel fare il sindaco sono più le “croci” che le delizie da sopportare. Perché mettersi in gioco? «Per un atto di riconoscenza verso la città. Una città che vorrei rinascesse su nuove basi. Somma è un crogiolo di diversità che bisognerebbe riuscire ad amalgamare e a riunire, per trasformare in ricchezza quello che si crede spesso un problema e una mancanza d’identità. Non bisogna aver paura ad incontrare altre persone».
Si punta a una Somma da rimettere in vita. «Aiutare la socializzazione, creando eventi in vari punti della città, ad esempio – spiega in un flash Bellaria – C’è bisogno di ascolto, di rimettere in circolo fiducia e idee. Di un cambiamento tutti quanti insieme. Serve un cambio di stile».
A testimoniarlo, una campagna elettorale «che non sarà gridata, né verso altre forze politiche, né verso altri candidati», assicura Stefano Bellaria.
Dopotutto, quasi mosca bianca, lui lo riconosce: «L’esperienza da consigliere comunale mi era piaciuta molto e il tarlo di riprovarci mi ha sempre accompagnato. Credo che non si debba stare alla finestra a criticare, ma impegnarsi». Nei pensieri del candidato, l’intenzione di un approccio con i cittadini «accogliente e coinvolgente», a partire dalle risorse presenti in Comune «da stimolare per un rapporto proattivo con la gente».
Proveniente dall’ambiente oratoriano, abbonato alla Pallacanestro Varese, bersagliere, gli piacciano i saggi storici, gli U2 e i Dire Straits (ma non solo). È per «un’amministrazione comunale che cammini al fianco dei cittadini». E da buon sommelier servirebbe un Barbaresco «caldo ma morbido» o un Teroldego «nobile ma ugualmente morbido», mentre tra i bianchi nessun dubbio: «Un Tocai friulano, anche se non si può più chiamare Tocai». Ma è la sostanza che resta.