C’erano gli Anni 80 e c’era una quindicenne complicata. C’erano i paninari che ti veniva da sfotterli ogni secondo. Ma all’epoca erano loro a detenere il “potere”, l’accoglimento sociale, il concetto americano di popolarità. C’era l’edonismo espanso che avrebbe fatto sentire chiunque disadattato e c’era chi fingeva che fosse tutto bellissimo per essere accettato. La Milano da bere, così lontana dalla Milano attuale (che è bellissima) che ti faceva pensare a Londra o New York come all’Eden. Perché? Perché tutto ’sto Rococó da Standa là era passato da almeno 5 o 6 anni. E se tu fossi stata là adesso avresti vissuto un’era evoluta.
La salvezza? Tre cose: Radio Lupo Solitario, un walkman e la notte. La notte che era tutta tua. Il walkman era un biglietto aereo e Radio Lupo il tuo itinerario di viaggio. C’era Miki che invitava a fumarsi una Marlboro prima di far partire Comfortably Numb, c’era il balconcino della tua stanza e c’era la notte. C’era nell’aria qualcuno come te. Che parlava e ascoltava come te. Radio Lupo Solitario era un riferimento, il Nautilus aveva ancora “la fossa”, dove non si andava per pomiciare ma per ballare e cantare come se tu dovessi morire quella notte stessa.
C’erano gli Anni 80 e c’erano i paninari. Poi c’erano quelli fuori dal coro. Tra spallotte e piumini, gergo da barzelletta e onde radio, Radio Lupo mise in onda Nick Cave. Salvò una ragazzina di 15 anni. Bentornati ragazzi: ce ne sono altri in pericolo “omologazione”, costretti da necessità di “accettazione”. Con il rischio di non trovare mai davvero se stessi.
Ps. I paninari sono spariti. Nick Cave no. E nemmeno Radio Lupo, a quanto pare.