Cerella: «Grato a Varese ma il basket è il mio lavoro»

Bruno Cerella, l’uomo con cucita addosso l’etichetta di traditore, dopo settimane di silenzio ha deciso che è arrivato il momento di parlare.

Uno sfogo dettato dal desiderio di dire la sua: sfogo che raccogliamo, perché questo spazio è lo spazio di tutti: «Se sono qui a parlare – ha detto il giocatore di Milano – è perché prima di essere un giocatore sono una persona. Per me sarebbe stato molto più semplice scappare dal problema, invece lo voglio affrontare perché credo sia giusto che la gente sappia anche la mia versione dei fatti». Siamo tutt’orecchi: «Io avevo un contratto con Varese per altre due stagioni, e voglio chiarire una cosa: non sono stato io a uscire dal contratto, ma la società. Che mi ha proposto un rinnovo a stipendio ridotto. Per almeno tre settimane il mio agente e la società hanno parlato per trovare un accordo, perché il mio desiderio era quello di restare a Varese».

C’erano meno soldi rispetto all’anno scorso, ecco perché la società ha abbassato il suo contratto: «Ma infatti – continua il giocatore – io non discuto la loro offerta, e la rispetto: chiedo però che allo stesso modo venga rispettata anche la mia scelta di prendere una strada diversa. Perché la pallacanestro è la mia passione, ma è anche il mio lavoro».

C’è modo e modo di andarsene, però: e lei è andato via senza avvisare nessuno.

«Non è vero, e voglio a questo proposito chiarire come è andata, con le tempistiche corrette. Io sono tornato dall’Africa e sono andato per due settimane in Argentina: accendevo il telefono solo per parlare con il mio procuratore al quale chiedevo se ci fossero novità con Varese. L’ultima sera prima di partire, ero a Buenos Aires con i miei amici, il mio agente mi ha detto dell’offerta di Milano: io dato il mio ok, perché mi sembrava una buonissima soluzione». E non ha pensato di chiamare Ferraiuolo? «Erano le 20:30, la 1:30 di notte in Italia: ho pensato fosse troppo tardi. La mattina dopo appena sveglio ho scritto a Max, ma ormai la notizia era uscita sui siti internet. So che la gente mi considera un ingrato perché lo scorso anno sono stato curato e coccolato: ed è assolutamente vero, ma alla fine ognuno deve fare i suoi interessi».

E ora? «Ho parlato con Cecco e Max, mi sono chiarito: e ho fatto lo stesso con il Cavalier Cimberio. Mi piacerebbe molto parlare, e chiarirmi, con gli Arditi: perché con questa gente ho legato tantissimo, ed è giusto che ci parliamo di persona»

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