CUASSO AL MONTE – E’ allarme nella Comunità Montana del Piambello dopo il ritrovamento di un cervo decapitato: ad individuare il corpo del mammifero, intatto ma, appunto, senza testa, è stato un fungiatt, un cercatore di funghi che stava camminando nei boschi di Cuasso al Monte.
Sul terreno i segni della trappola in cui il cervo è finito, prima di essere ucciso. Il dettaglio relativo al corpo dell’animale, integro, non è ininfluente: se fosse stato ucciso per motivi “alimentari”, la carne sarebbe stata asportata. Resta solo un’ipotesi: che la testa sia stata commissionata ad un bracconiere per poi imbalsamarla e farne un trofeo.
L’usanza è tipica delle zone montane, meno (fortunatamente) del nostro territorio, dove comunque il fenomeno esiste ed è in preoccupante crescita: diverse segnalazioni sono giunte nei mesi scorsi, specialmente nel periodo del lockdown, da persone che, camminando nei boschi, si sono imbattute in carcasse di animali decapitati, quasi sempre cervi, a cui i bracconieri hanno tagliato la testa per poi farne trofei da appendere alle pareti.
Anche nel vicino Parco del Campo dei Fiori sono stati fatti ritrovamenti simili, ma più spesso si tratta di caprioli dai quali i bracconieri prelevano anche la carne. Un fatto su cui gli enti preposti dovranno necessariamente intervenire.