Che stress la vita del fungiatt tra tesserine, corsi e “balzelli”

VARESE Al Brinzio si possono cercar funghi liberamente, come in tutta la Valceresio. O quasi tutta, perché solo a Cuasso al Monte i non residenti pagano 25,82 euro. Sul lago Delio, però, serve un altro versamento da 26 euro e un altro ancora nei boschi della Valganna. Mentre nel Parco del Ticino è necessario un corso di micologia. È la «burocrazia dei fungiàtt» nella confusione dei mille tesserini, in mancanza di una regolamentazione unica a livello provinciale.

/>Lo denuncia il consigliere regionale del Pd Stefano Tosi, nel momento in cui entra nel vivo la stagione della ricerca funghi. «Nella nostra provincia non si ha libertà assoluta di muoversi – spiega Tosi – perché ogni comunità montana fa le sue leggi e, a seconda di dove si vuole andare, bisogna adeguarsi a una diversa regolamentazione, pagando anche un diverso tesserino». Non è così a Brinzio, Castello Cabiaglio, Induno Olona e Gavirate dove la raccolta è libera. Ma la situazione si complica già entrando nella comunità montana della Valceresio: raccolta libera, ad esclusione di Cuasso al Monte, dove lo è solo per i residenti, per gli altri occorre un versamento di 25,82 euro.
E nella comunità montana della Valganna e Valmarchirolo? Anche qui i non residenti pagano, ma differenziato: 24 euro per un anno, 9 euro per una settimana, 5 euro per chi ha più di 65 anni. Stesso principio ma altro tesserino nella Comunità Montana Valli del Luinese, 26 euro ai non residenti. All’interno del Parco Ticino, invece, cambia tutto: serve un corso di micologia in 4 lezioni, dopo di che si ottiene un tesserino da rinnovare ogni tre anni. Il risultato è un grande caos, qualcuno che non rispetta le mille regole, qualcuno che decide di andare in Svizzera, dove c’è solo limite di peso, o in Piemonte, dove c’è un tesserino unico regionale. «É arrivato il momento di uniformare i criteri di raccolta nella nostra provincia, istituendo un unico tesserino – dice Tosi – Il Piemonte ha introdotto questa modalità e gli introiti non sono diminuiti. La frammentazione dei tesserini, invece, genera solo confusione. Il corso micologico obbligatorio inoltre è la strada più giusta da percorrere per evitare pericoli per se stessi e l’ambiente».
D’accordo anche Mario Cervini, dell’associazione micologica Bresadola di Varese: «È un guazzabuglio di balzelli – dice – abbiamo sempre auspicato una regolamentazione, se non nazionale, quantomeno regionale, con un tesserino unico che renderebbe più facile anche i controlli. Oggi capita di entrare attraverso i boschi in un’area a pagamento senza accorgersene. Giusto invece mantenere il limite di peso. Ho meno fiducia nei corsi obbligatori che spesso lasciano il tempo che trovano».
Piero Orlando

s.bartolini

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