Pro Patria a un punto di svolta della stagione, Pro Patria amata, contestata, spronata, ma pur sempre Pro Patria. A tre mesi dall’inizio della nuova stagione abbiamo raggiunto la presidentessa Patrizia Testa chiedendole di fare il punto della situazione a tutto tondo. Una chiacchierata piacevole, ricca di amore per i colori biancoblù e forte di principi che, nel calcio di oggi, forse sono veramente andati persi.
Parto sempre dall’inizio, si ha una migliore visione d’insieme. Questa estate abbiamo cercato di ricompattare la nuova proprietà dopo la disastrosa gestione della passata stagione. Con Nazareno (Tiburzi ndr), che per me è come un fratello, siamo ancora più vicini e uniti nel continuare questa nostra avventura, come l’ha definita lei, che non è un’avventura finalizzata a qualcosa di personale né è fatta per guadagnare, anzi. Il nostro procedere è improntato a fare sport, quello fatto bene,
scontrandoci spesso con le persone che usano il calcio per fare giochi sporchi e per i propri interessi personali. Già con la scelta dello staff dirigenziale composto da Sandro Turotti, Salvatore Asmini e Giorgio Scapini, sento di aver realizzato un successo per la Pro Patria perché loro amano il calcio pulito e sono innanzitutto delle brave persone. Abbiamo ricominciato da zero anche col settore giovanile perché chi c’era l’anno scorso non era una scelta nostra. Sono madre di ragazze più grandi dei giovani tigrotti, ma una delle mie figlie quando era piccola faceva altri sport e so cosa significa per un genitore e per un giovane fare dello sport sano. Sport a livello di gioventù deve essere qualcosa che ti trasmette passione per ciò che stai facendo, ma anche educazione per te stesso e per gli altri. Oggi c’è grande unanimità di intenti coi miei tre direttori, con Tiburzi e con Alberto Armiraglio vogliamo perseverare nel fare le cose bene con la Pro Patria. Qui resterò finché potrò.
Il tifoso di Busto è un po’ sanguigno, certe cose non sono molto giustificabili, ma la situazione vista dal loro punto di vista è anche comprensibile. Dopo anni in cui si sono visti allontanati dalla Pro Patria a causa della vecchia proprietà, oggi vorrebbero tutto e subito. Sicuramente chi vuole bene alla Pro Patria ha capito cosa stiamo facendo, domenica scorsa allo Speroni ne ho avuto la riprova.
Ribadisco la necessità per la proprietà di avere vicino delle persone mosse dai nostri stessi intenti. Non ho mai chiesto di cedere quote a sconosciuti che abbiano intenti diversi, ci piacerebbe condividere qualcosa per fare meglio, ma per fare il salto di qualità servono persone che vadano nella nostra stessa direzione. Se si dovesse presentare qualcuno con vagonate di denaro ma dubbi sull’intenzione preferirei restare come siamo, l’importante è il bene della squadra.
Lui deve stare tranquillo, i direttori si fidano di lui e io, di rimando, mi fido dei miei direttori. Sono realmente sicura di aver scelto persone competenti e non voglio entrare in discorsi tecnici, sarebbe come se qualcuno che non ha mai fatto il mio lavoro in vita sua venisse a dirmi che sto lavorando male. Mi fido di loro e, lo ripeto di nuovo, loro si fidano di lui.