Egregio presidente Maroni, chi le scrive è un cittadino di Varese appassionato di raccolta funghi: ho sempre considerato tale passione come una attività ricreativa equiparabile alla pesca e alla caccia, le quali hanno rigidi regolamenti in materia di catture e periodi, con quote di associazione che servono, oltre al servizio di controllo del territorio, anche ai ripopolamenti ittici e al rilascio della selvaggina.
Ora, mi chiedo: le Comunità Montane e i sindaci che fanno pagare quote,
come pensano alla reintroduzione fungina poiché non è detto che i funghi ci siano. Paghiamo per l’astratto?
Egregio presidente, leggo paragrafi nello stampato della Regione che dicono: p3) intervento di trattamento del bosco per il miglioramento della riproduzione fungina… ma quando mai? e come? p4) ripristino e miglioramento delle strade esistenti, manutenzione dei sentieri (per ora si è vista solo nei parchi). Ma allora, signori sindaci, siete voi i responsabili di eventuali incidenti (documentabili) dovuti a dissesti dei sentieri o caduta alberi dei boschi nel vostro ambito che danneggino la salute di persone e cose e sono a carico dei vostri comuni eventuali danni.
Devo far presente che non solo i cercatori di funghi passeggiano nel bosco ma ci sono anche cacciatori che, sparando e concimando il bosco con pallini di ferro, di certo non contribuiscono alla ricrescita funcina… ci sono pescatori che seguono i ruscelli camminando nel bosco e persone che fanno trekking o partecipano ad escursioni. E tanto altro. A questo punto tutti devono pagare: siamo caduti nell’assurdo!
Leggo nelle cronache che qualche comune distingue i propri abitanti, facendo loro degli sconti sui permessi. Mi chiedo come devo considerare i cittadini di un altro paese che vengono a passeggiare nei giardini pubblici di Varese: forse persone indesiderate? In verità signor presidente è che siamo di fronte a imposizioni assurde, quasi dittatoriali, che ledono il diritto di libertà e democrazia.
Bisognerebbe fare un passo indietro, fare rispettare le regole già esistenti in materia di pesi e sistemi di raccolta, sanzionando chi sbaglia e non altro. Copiando magari le regole del Canton Ticino.