CARAVATE – Così tanti chilometri in un solo anno non li fanno nemmeno tanti corridori professionisti pagati per farli. Nei 37mila pedalati da c’è solo tanta passione che, sbocciata anni fa, lo accompagna ogni giorno, prima per un paio d’ore e poi, una volta raggiunto lo status di pensionato, ancora di più.
Classe 1954, Brusati ha trovato in il suo primo idolo, subito sostituito dal quasi compaesano , con il quale ha coltivato un’amicizia vera, fino a scegliere il corridore leggiunese – salito sul podio del Giro d’Italia ’82 alle spalle del compagno di squadra e della maglia rosa e cannibale di allora – come testimone di nozze.
«Nella mia carriera di professionista – conferma Contini – 37mila chilometri all’anno li ho percorsi poche volte. Maurizio è una persona davvero speciale, con una passione incredibile per lo sport della mia vita. Ma la cosa più bella è come la vive questa sua passione: senza spirito agonistico e senza stress da prestazione».
E infatti, nella serata organizzata al ristorante La Bussola di Cittiglio dal Gruppo Sportivo Funtos Bike per festeggiare il traguardo raggiunto dal proprio tesserato,
il primo aneddoto è stato significativo.
«Qualche anno fa ho partecipato alla gran fondo di Laigueglia – ha raccontato Brusati – Mi sono messo in coda al gruppo pedalando alla mia andatura ideale, godendomi il paesaggio. Ad un certo punto davanti a me non ho più visto gente in bici, ma solo il pulmino di fine corsa, che ogni tanto si fermava per ritirare i cartelli che indicavano il percorso. In quel momento ho capito che le mie manifestazioni non sono le gran fondo, ma le randonnée, dove ognuno è libero di partire e arrivare praticamente quando vuole».
A quota 37mila chilometriin un anno come è arrivato? «Beh, un po’ per volta – spiega Brusati – Ai 37mila, anzi ai 37.007 del 2015, sono arrivato esattamente il 31 dicembre, tra l’altro incontrando per caso il professionista varesino . Ma anche altre volte ci ero andato vicino».
«Il ciclismo – racconta – l’ho sempre avuto nel sangue. Negli anni ’70 seguivo e davo una mano alla Ciclistica Caravatese, seguivo la Tre Valli, la Bernocchi e tutte le corse che nella nostra zona si svolgevano in gran numero. Poi dal ciclismo da guardare sono passato a quello da pedalare. La mia prima società cicloturistica è stata la Lavenese, poi passai alla Porrini di Brebbia e da quattro anni sono con la Funtos Bike, dove mi trovo molto bene. Come sempre posso scegliere dove e quando partecipare a manifestazioni cicloturistiche, allenarmi preferibilmente da solo, continuando a scrivere il mio diario fatto di percorsi, medie orarie e chilometri.
Il percorso preferito? «Non ne ho uno in particolare. Quest’anno ho partecipato a tutte e sei le cronoscalate della Challenge CicloVarese, ma per il traffico e le caratteristiche dei percorsi a Varese e Como preferisco la provincia di Novara. Non amo le rotonde e le discese, perché nascondono sempre qualche pericolo. Altra cosa che evito è la velocità eccessiva: la media dei 25 orari mi va benissimo. Tutte cose che mi permettono di vivere al meglio la mia passione, aggiungendo pagine al diario».
La chiacchierata con Maurizio Brusati si interrompe perché sua moglie , il presidente della Funtos Bike , e sono già davanti alla torta, con il bicchiere in mano, per il brindisi e la targa celebrativa. Ad applaudirlo c’è una bella rappresentanza degli oltre 240 soci di un’associazione che nelle sedi di Verbania, Varese, Vercelli, Novara e Milano raduna circa 150 tesserati che praticano anche nuoto, corsa, duathlon e triatlon. Chi perché fa bene, chi per scommessa, chi per mettersi in discussione e chi, come Maurizio Brusati da Caravate, per guardarsi intorno e scrivere il suo diario.