Sono circa 250 gli interventi di impianto cocleare eseguiti con i robot chirurgici nel mondo, prevalentemente in Europa.
L’Audiovestibologia dell’Ospedale di Circolo di Varese, guidata dalla Dott.ssa Eliana Cristofari, contribuisce a questo numero da quando, nello scorso mese di luglio, grazie ad una donazione di AGUAV, l’Associazione dei pazienti che supporta il reparto, si è dotata di un robot chirurgico dedicato a questo particolare tipo di interventi, eseguiti principalmente su bambini molto piccoli.
Questa opportunità è stata oggetto dell’intervento della Dott.ssa Cristofari al congresso europeo CEORL-HNS a Milano, con la prof.ssa Natalie Loudon dell’Ospedale pediatrico Necker di Parigi e il prof. Rolf Salcher di Hannover.
“Varese è il primo centro in Italia ad aver intrapresa questa nuova strada che apre le porte al futuro – commenta la Dott.ssa Cristofari – Nel mio intervento al congresso milanese a cui sono stata invitata proprio alla luce di questa nuova esperienza, ho parlato della storia dell’utilizzo dei robot, partendo dall’industria fino agli ospedali, citando le altre esperienze varesine in questo ambito, dai cosiddetti ‘Tommy’, utilizzati nel nostro Hub Covid durante la pandemia, agli umanoidi e ai nanorobot, fino ad arrivare ai robot chirurgici come quello che ha fatto ingresso nel Blocco operatorio dell’Ospedale di Circolo a metà ottobre, per arrivare a quelli specifici per l’impianto cocleare, finalizzati ad una chirurgia mininvasiva e di altissima precisione”.
“Intervento chirurgici nell’orecchio interno, come il posizionamento di impianti cocleari, richiedono l’utilizzo di strumenti miniaturizzati e la massima precisione nel posizionamento e nella movimentazione – ricorda la Dott.ssa Cristofari – Robotizzare le fasi più critiche di questa operazione consente di aumentare il livello generale delle prestazioni chirurgiche e consentire ai giovani chirurghi di abbreviare la loro curva di apprendimento e raggiungere rapidamente risultati che si avvicinano a quelli dei colleghi esperti. La robotizzazione delle procedure, inoltre, le rende più precise e consente una chirurgia mininvasiva che, garantendo la conservazione delle strutture fini, lascia aperte le possibilità per applicare in futuro ulteriori nuove tecnologie. Siamo agli albori di una nuova era e orgogliosi di poter contribuire al progresso di questa nuova tecnologia “.
Il robot per la chirurgia otologica consiste in un’architettura meccanica basata sul concetto di punto di rotazione. In termini semplici, è un braccio controllato dal chirurgo, progettato appositamente per la chirurgia otologica e quindi per intervenire su distretti piccolissimi come il vestibolo di un bambino. Consente sette gradi di libertà (3 rotazioni, 3 traslazioni, un movimento distale) che amplificano e superano le capacità di movimento del braccio umano, garantendo la massima precisione e raffinatezza del gesto tecnico.