AZZATE Cala il sipario sulla mitica Università della Birra di Azzate, vero punto di riferimento per gli appassionati di cultura birraia di Varese e non solo, che chiuderà i battenti, salvo clamorosi sviluppi che al momento non si intravedono, entro il prossimo 29 dicembre. Una perdita dolorosa per il territorio. Settimana scorsa, infatti, è stato avviato il procedimento di liquidazione dell’azienda, e ai sei dipendenti sarebbero già state inviate le lettere di licenziamento. Per il momento sono poco chiari i motivi che stanno portando a questo clamoroso epilogo deciso dalla società Bfm, che detiene la titolarità del marchio.
La situazione è precipitata dopo la morte del grande fondatore dell’Università della Birra, Franco Re. «Alla sua morte – racconta Giordano – avevamo avanzato una proposta di acquisto ma non era stata accettata. Siamo rimasti, abbiamo tenuto i corsi, abbiamo lavorato normalmente. Avevamo effettuato una lunga programmazione delle iniziative. Il 30 novembre ci è stato ribadito che non accettavano nessuna proposta e sono partite le lettere di licenziamento».
La coordinatrice Silvana Giordano era pronta a saldare eventuali debiti, dei quali per il momento non esiste ufficialmente un quadro completo, ma di fronte avrebbe incontrato un muro: «Andremo avanti fino al 29 dicembre – insiste la donna – per correttezza verso i clienti e i dipendenti. Porteremo altrove il Know How dell’Università della Birra, non abbandoneremo i corsi, piano piano faremo la scuola, non vorremmo far morire l’Università. Questo per noi è il secondo funerale di Franco Re». «A oggi non capisco – conclude – la motivazione di quello che sta accadendo. Stavamo risalendo alla grande, c’era stato un momento di rallentamento dopo la morte di Franco, ma ora stava andando tutto nel verso giusto».
b.melazzini
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