Meridiana, nulla da fare. E la tensione sale alle stelle, anche a Malpensa dove sono 560 i lavoratori coinvolti nella procedura di mobilità aperta ieri dall’azienda pronti a qualche iniziativa sindacale di protesta.
Dopo oltre un mese di confronto e trattativa e nonostante i tentativi di mediazione da parte del Governo «siamo tornati all’inizio della vertenza con l’apertura delle due procedure per 1.478 lavoratori di Meridiana Fly e 156 di Meridiana Maintenance», afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo che si occupa della vicenda.
Tra questi 560 sono gli esuberi di Malpesa, personale sia di volo sia di terra, la gran parte comunque piloti e assistenti di volo, una volta dipendenti Eurofly.
Ieri, Meridiana ha aperto la procedura di licenziamento per 1.634 lavoratori. «Adesso si apre una trattativa difficile che avrà tempi ristretti dentro cui trovare soluzioni che siano alternative ai licenziamenti», commenta il dirigente sindacale della Filt.
«La drammatizzazione imposta dall’azionista di Meridiana non offre oggettivamente spazi ad altre soluzioni, servirebbe tempo dentro cui costruire un piano industriale diverso, un contratto di lavoro unico per il gruppo senza distinzioni tra Meridianafly e Air Italy, ammortizzatori che consentano di attraversare la crisi dell’impresa,
lavorando per creare condizioni di ripresa».
Questo il punto: cercare e lavorare per una ripresa senza la quale serviranno a ben poco proteste e torri già scalate dalle quali lanciare inni alla rivolta. Impossibile lottare per un lavoro che non c’è più. E la realtà parla di una compagnia aerea, da un paio di anni, con il 50% circa del personale in cassa integrazione e con il principe ismailita Aga Khan, proprietario di Meridiana, non più intenzionato a mettere soldi per sanare un bilancio in profondo rosso. Non si riesce più a riempire gli aerei di ricchi passeggeri diretti in Costa Smeralda e il settore è in crisi, nonostante o forse proprio a causa dell’avanti tutta delle low cost.
In una nota congiunta i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e dei Trasporti Maurizio Lupi hanno chiesto alle parti di «assumere e utilizzare come base per la prosecuzione del confronto, i risultati ottenuti finora: riduzione del numero di esuberi e attivazione della procedura di mobilità volontaria incentivata con parametri analoghi a quelli utilizzati per Alitalia».
L’azienda si è detta disposta a discutere solo di esternalizzazioni. E intanto ha aperto la mobilità «che complica le già difficili possibili soluzioni» incalza Cortorillo.
Il tavolo per l’esame congiunto si sposta adesso a Olbia nella sede legale di Meridiana dove si discuterà delle procedure di mobilità. Ci sono 75 giorni di tempo per raggiungere un accordo.
«La crisi data dalla vertenza Meridiana dimostra, se qualcuno avesse ancora dubbi, che non siamo solo di fronte a una drammatica crisi aziendale, ma all’ennesima crisi che investe ormai quasi tutte le imprese del trasporto aereo», conclude Cortorillo. «Sarebbe ora che il presidente del Consiglio oltre che preoccuparsi dei licenziamenti individuali, si preoccupasse anche di quelli collettivi».