Giovanni Zaro è ormai un veterano della Pro Patria, perno della difesa biancoblù nella scorsa stagione, ha avuto la conferma da parte della società durante l’estate. Conferma che è stata ripagata a suon di prestazioni che vanno via via alzandosi di giornata in giornata.
Bene, molto bene. Sono stato contento della fiducia della società e questa cosa ha influito positivamente sul mio approccio al campionato, pur avendo 23 anni sono considerato un veterano, devo ripagare la fiducia. Se guardo alle squadre di medio alta classifica hanno tutte difensori centrali d’esperienza, di 30-35 anni; noi non siamo dei giovanissimi, ma certamente giovani e mi sento in dovere di ripagare la fiducia che mi è stata dimostrata.
Onestamente c’è da dire che con la Grumellese ho percepito un po’ di stanchezza, quando vinci, quando c’è fiducia, quando le cose vanno bene però giocheresti sempre. Senti che l’ambiente è con te, un minimo di affaticamento a livello fisico ci può stare, abbiamo avuto un inizio importante con 4 partite dispendiose, soprattutto la trasferta di Rezzato ha richiesto energie, un po’ di pausa è servita. C’è il rovescio della medaglia in entrambe le situazioni, alla fine va bene così.
Dietro forse non abbiamo nomi importanti, ma i giovani che abbiamo sono pronti per giocare e sono di assoluto livello. Penso a Ugo o a Marcone, sono certamente pronti e dei giocatori interessanti. A livello di squadra abbiamo una rosa importante, possiamo lasciare in panchina uno come Pedone che quando entra ti decide il match, abbiamo Mozzanica che è un giocatore che si sente quando è in mezzo al campo, davanti c’è Gucci che ci dà una grande mano, abbiamo esterni come Chiarion che sanno il fatto loro. Insomma, quello della Pro Patria è un bel gruppo e soprattutto un’ottima rosa.
L’inizio di campionato ci ha dato grande fiducia, questo aiuta, è inutile nasconderlo. L’anno scorso il gap iniziale si è fatto subito sentire, inoltre quest’anno siamo un gruppo formato e consolidato sin dal primo giorno, se hai una base creata dall’inizio è più facile, anche il tecnico ha potuto lavorare su un gruppo numeroso che sapeva che sarebbe rimasto quello. Certo, qualche acquisto è arrivato anche dopo, ma la base c’era sin da subito. È un punto importante.
Giuseppe è un giocatore assolutamente di categoria superiore. Non credo sia il classico numero 9 da 20-25 gol a campionato, quello forse può esserlo più Gucci, Le Noci è più simile a Santana, uno che quando ha la palla sa cosa fare. Arretra per avere il pallone nei piedi perché sa che può metterla dove vuole, è un attaccante molto forte e importante per noi.
Soffro meno Gucci, ma solo perché è più statico, il fisico mi aiuta e sui palloni alti sono avvantaggiato; con Santana e Le Noci vado in difficoltà, se ti puntano palla al piede non è semplice fermarli
Non posso parlare del margine perché non ho ancora visto le altre, quindi non lo so. Il Rezzato invece è una buona squadra però penso che a livello di gruppo e di collettivo noi siamo superiori. Singolarmente sono più forti di noi, il loro passato forse ha maggiore lustro, ma come collettivo siamo superiori. Se ripensiamo alla partita giocata da loro possiamo tranquillamente dire che dopo i primi minuti di assestamento non c’è stata partita fino al 70’, in campo ho avuto l’impressione che siamo superiori. Poi è ovvio, il campionato è lunghissimo e tutto può succedere, sia per noi che per loro.
Con la rosa che abbiamo a disposizione non credo che rappresenteranno un grandissimo problema. Il turno che abbiamo giocato col Rezzato l’abbiamo sentito, ma anche per una questione di energie mentali perché era una partita importante, sono comunque certo che abbiamo una rosa che può permettersi di affrontare il turnover.
Lo dice sempre anche il mister: la cattiveria. Con la mole di gioco che abbiamo dobbiamo e possiamo segnare di più; non è una questione di attaccanti, mi metto anche io dentro questo discorso. Se troviamo la cattiveria giusta in fase di realizzazione diventiamo davvero una squadra completa.