Come valorizzare un giovane talento? Questo il tema della tavola rotonda che si è svolta lunedì sera a Villa Porro Pirelli. La serata è stata l’occasione per presentare Champions Lab, il nuovo progetto che coinvolge i ragazzi del Varese Calcio, e per discutere del ruolo di alcune novità professionali che stanno lentamente entrando a far parte del mondo del calcio: il mental coach, la fisioterapia preventiva e il personal branding. Ospiti d’eccezione Roberto Re, mental coach di grandissimi campioni del mondo dello sport, e Daniele Cassioli, campione paralimpico di sci nautico e fisioterapista. Presenti anche Gianluca Lo Stimolo, esperto di personal branding, e il presidente del Varese Calcio, Gabriele Ciavarrella, che a Induno fa gli onori di casa. A conduzione della serata l’esperienza di Luca Corsolini, giornalista sportivo e tifoso del Varese.
Tantissima la carne al fuoco. Innanzitutto: in che cosa consiste il lavoro di un mental coach? «Nello sport ci sono tre componenti fondamentali – spiega Roberto Re – tecnica, mente e corpo, ma ancora oggi la mente viene troppo spesso trascurata. Quante volte sentiamo un calciatore dichiarare «oggi non sono entrato in partita» oppure «non c’ero con la testa»? Ecco,questo significa che quell’atleta non sa ancora di poter allenare anche il cervello. Io insegno a gestire l’emotività, la pressione e lo stress, in modo da non creare interferenze con la prestazione finale. Per segnare un rigore serve sì abilità tecnica, ma soprattutto concentrazione e serenità. Ecco in che consiste il mio lavoro».
Daniele Cassioli ha poi presentato il nuovo concetto di una fisioterapia preventiva. Da esperto fisioterapista, il campione paralimpico ha descritto un’attività fisioterapica che, anziché intervenire a seguito di un danno fisico, si propone di lavorare sulla postura, l’elasticità, gli schemi di movimento e la crescita del corpo da un punto di vista tecnico. «Un fisico per essere sano deve essere salvaguardato e monitorato. A questo serve la fisioterapia preventiva, ad apprendere delle tecniche che consentano all’atleta di preservare la salute del suo fisico».
Mente, corpo, ma anche immagine. Gianluca Lo Stimolo porta infatti sul tavolo il delicato tema dell’uso del social network e della creazione di una immagine pubblica. «Prendiamo CR7, un calciatore che è un’icona generazionale e ha fatto di se stesso un marchio creando e mantenendo viva intorno a sé una community. In questo modo il campione portoghese ha aumentato il suo valore di mercato di alcuni milioni di euro. Ecco cos’è il personal branding».
Applicando questo ragionamento al vivaio del Varese, Lo Stimolo suggerisce ai ragazzi di «stabilire sin da subito la strategia di comunicazione. Perché la strategia è ciò che conta davvero, molto di più delle mode (ovvero i social) del momento. Un taglio di capelli, un modo di esultare… nulla è lasciato al caso. Queste sono delle strategie comunicative che, ve lo assicuro, consentono a un atleta di emergere».
Qualcuno teme che con tutte queste novità si possano perdere di mira i valori tradizionali dello sport, ma il presidente Ciavarrella rassicura: «Champions Lab, con cui puntiamo a diventare un polo strategico, condivide gli stessi valori del Varese Calcio: chiarezza, trasparenza e duro lavoro».