Ciclismo, oggi il Mondiale donne Noemi Cantele senza pressioni

COPENAGHEN Visto ieri per la prima volta in gara, si possono associare tre definizioni al circuito di Rudersdal. Facile: è quasi tutto in leggera discesa, c’è uno strappetto a metà – chiamarlo così è un complimento, giusto perché per il resto quasi non bisogna pedalare – e l’arrivo in leggera ascesa sembra copiato dal Trofeo Binda di Cittiglio. Ridicolo: va bene che ogni tanto ci sta un Mondiale per velocisti, ma così è davvero troppo. Demenziale: transenne old style, spartitraffico a raffica pure in curva. Insomma, si va forte e si rischia per fattori extratecnici.

Eppure la corsa femminile, che parte alle 13.30 (diretta su RaiSport 2), è l’unica che ha ottime chances di sfuggire alla formula processione più volatone. C’è un precedente specifico: Zolder 2002, fuga vincente da lontano con bagarre in retrovia. Non è un bel ricordo per Noemi Cantele – oggi al via col dorsale 3 – che in Belgio, al suo primo Mondiale da pro, finì per terra colpita da uno spettatore che si era sporto per fotografare.

Noemi sbuffa, per la prima volta da tot anni non sente la pressione del pronostico e magari può essere un bene: «Che non sia il mio circuito è pacifico: niente salite. Infatti il ct Salvoldi mi ha affidato compiti di appoggio. La leader è Giorgia Bronzini, cercheremo di costruirle il bis. Poi c’è la Baccaille, che è veloce. In caso di fughe, io e Guderzo potremmo infilarci: ma dipende da chi scappa. Andar via è difficile, perché le strade sono larghe e il tracciato è velocissimo. Anche pedalare davanti stronca: si prende troppo vento in faccia, una fatica bestiale».

La teoria parla di corsa chiusa in attesa del duello finale Bronzini-Teutenberg, ma c’è chi non ha interesse allo sprint globale: «Penso alle olandesi – azzarda la tricolore – proveranno a rendere la corsa dura. Nell’eventualità noi siamo pronte a difenderci: ma se scatta la Vos al massimo andiamo a prenderla, mica collaboriamo. Portarsela al traguardo non è una grande idea».

Noemi declina l’etichetta di regista («È vero che so leggere bene le corse, ma Salvoldi non mi ha dato questo compito. Non decido niente: dovremo essere tutte vigili, in ogni momento») e non esclude di provarci: «Se nascono azioni interessanti la logica vuole che Tatiana e io ci siamo dentro. Ma devono partire al momento giusto: non vale la pena di sprecare energie che potrebbero rivelarsi preziose nel finale. Di sicuro, se attacco è per fare selezione».

L’incognita è il meteo: fresco e tanto vento. Anche qui, toccasi legno: a Stoccarda 2007 la Cantele più forte della storia fu investita dalle transenne sbatacchiate da Eolo. È successo anche in questi giorni a Copenaghen, allarmando tutti i corridori ma non colpendo (per ora) nessuno. «Le previsioni manco le guardo – confida la Cantele – perché gli esperti di quassù non sono affidabili. Ieri dicevano bellissimo, invece era freddo e ha anche piovuto. A casa mia non vedo l’orizzonte, le nuvole spuntano all’improvviso dalle montagne: qui è tutto piatto, possono scrutare il cielo finché gli pare, eppure…».

Cosa si aspetta Noemi da questa gara? «Per noi, di vincere ancora: siamo il solito squadrone. Per me, di non arrivare al traguardo delusa come martedì dopo la crono. Non ho ancora analizzato quel disastro: lo farò da domani, a stagione finita. Oggi è l’ultima corsa dell’anno, ed è la più importante. Poi penserò a tutto quanto, rivedrò il film e correggerò quel che devo: nel 2012 ci sono le Olimpiadi: lì non voglio e non posso sbagliare».

Intanto, un piccolo Mondiale l’ha già vinto: è entrata ufficialmente nella commissione etica dell’Uci. La seconda varesina nella stanza dei bottoni della federazione internazionale: l’altro è Mario Minervino.

Stefano Affolti

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