Cimberio, Cantù troppo forte Sakota e Hassell toppano

Ecco le pagelle dello sfortunato derby tra Cimberio Varese e Vita snella Cantù. Per i biancorossi Sakota e Hassell i peggiori

Impatto devastante sulla partita: è l’unico a difendere sui giochi a due canturini, è l’unico a tenere con le gambe e la voglia anche gli avversari più ostici (Aradori, Ragland). Peccato per quei falli da pollo, che lo tirano fuori da quella che sarebbe stata la sua partita. È il vero rimpianto di Varese.

Che non venga più a lamentarsi del suo scarso minutaggio, se quello che fa quando gioca è quello che ha fatto ieri. In campo quando Cantù si mette a zona con un’unica consegna: tirare. Non l’ha fatto, non ha fatto nulla.

Un primo tempo da stropicciarsi gli occhi, in campo a fare quello che gli si chiede e a farlo pure bene: difesa, passaggi, qualche salto e un paio di canestri. Poi però nel secondo tempo rovina tutto con due errori da oratorio (contropiede sbagliato, rigore da due passi tirato sul ferro) che pesano eccome sul risultato finale.

Alla fine è il miglior marcatore, però. Però all’intervallo aveva segnato 14 punti, alla fine ne ha totalizzati 16. Significa che il suo impatto nel finale è stato quello: 2 punti, poco o niente.

Aveva trovato il modo di sparigliare le mosse di Sacripanti, facendo saltare tutte le marcature e arrivando sempre fino al ferro. Prima di tornare il Banks dello scorso anno: quello che di fronte alla difesa a zona non sa più che fare.

Rabbioso al solito in difesa, un paio di palle rubate di quelle che piacciono alla gente: quel che basta per uscire dalla panchina e beccarsi la sufficienza, non per giocare una partita memorabile.

In difesa chiunque fa quello che vuole sulla sua testa: chiunque. Certo: c’è stato un momento in cui anche lui si è messo a segnare e tirare giù qualche rimbalzo. Ma quell’errore da sotto nell’ultimo minuto è l’errore che decide la partita. Ed è un errore che in serie A non si può accettare.

Avesse tenuto l’intensità dei primi minuti per tutta la partita, saremmo qui a celebrare una serata da ricordare. Si prende delle pause sacrosante alternate ai lampi della sua classe indiscussa. Sbaglia la bomba che probabilmente avrebbe cambiato la partita.

Fa tutte le sue cose, quelle che servono, quelle che piacciono senza voler mai allungare il passo oltre la gamba. È lui a segnare la bomba dell’ultima illusione quando nessuno dei suoi compagni ci capiva più nulla, ed è lui a lasciare il segno sulla partita senza mai urlare troppo forte.

Varese

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