Cinesi come schiavi in cantiere Dormivano nel palazzo in costruzione

LAVENA PONTE TRESA Sette operai completamente irregolari scoperti in un cantiere edile di Lavena Ponte Tresa: area sequestrata dalla guardia di finanza di Luino. Il blitz delle fiamme gialle eseguito in collaborazione con la direzione del lavoro e i carabinieri del nucleo tutela lavoro.

I sette operai, “dipendenti” di un’impresa edile ligure, vivevano letteralmente in cantiere: qui dormivano e mangiavano senza mai uscire dall’area. Praticamente degli schiavi segregati nella zona da giorni. E proprio il fatto che al termine dell’orario di lavoro nessuno venisse mai visto uscire dall’area (al termine della giornata lavorativa i cancelli dell’area venivano chiusi con dei lucchetti) ha insospettito gli inquirenti per altro già impegnati in un’ampia azione di verifica sulla regolarità di molto attività in tutto il luinese.

Il cantiere, dove è in corso la costruzione di una palazzina privata di proprietà di una coppia cinese, era peraltro sprovvisto di qualsiasi dispositivo mirato a garantire la sicurezza dei lavoratori così come previsto dalle norme vigenti: nessuna protezione sui vani che si aprivano nel vuoto ai piani superiori dell’edificio, ponteggi assolutamente improvvisati, mentre all’ultimo piano è stato trovato il dormitorio.

I sette operai vivevano in alloggi ancora non ristrutturati, i vani delle finestre sprovvisti di serramenti erano chiusi da posticci pannelli in legno, i giacigli improvvisati erano costituiti da fogli di polistirolo con qualche coperta per scaldarsi e ovviamente nessun bagno dove potersi lavare. Al termine dell’accesso ispettivo il cantiere è stato posto sotto sequestro preventivo, mentre il titolare dell’impresa edile è stato denunciato. Ulteriori accertamenti sono ancora in corso, l’elenco delle contestazioni potrebbe quindi allungarsi. S. Car.

f.artina

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