CISLAGO – A 12 anni dai fatti arriva la condanna per il sacerdote accusato di avere abusato sessualmente di un ragazzo che, all’epoca, aveva 15 anni. La sentenza che ora è definitiva, arriva dopo le condanne in primo e secondo grado, la decizione della Corte di cassazione di rinviare alla Corte d’appello la celebrazione di un nuovo processo, che chiude adesso la vicenda. Mauro Galli, 44 anni, dovrà scontare 3 anni con il beneficio degli arresti domiciliari,
per atti sessuali con minore, Lo ha disposto la Corte d’appello di Milano dove è stato celebrato nuovamente il processo di secondo grado. Galli, originario di Cislago, ex vicario nella parrocchia di San Pietro al quartiere Canazza di Legnano e incaricato della Pastorale Giovanile delle parrocchie di S. Teresa del Bambino Gesù, dei Santi Magi in Legnano e di SS. Redentore in Legnarello, avrebbe compiuto gli abusi nel 2011 quando era vicario parrocchiale a Rozzano. Aveva invitato un ragazzino di 15 anni a trascorrere la notte con lui e ne avrebbe abusato. Galli ha ammesso di avere dormito con il ragazzo nello stesso letto, negando gli approcci sessuali che invece il minorenne ha sempre sostenuto di avere subito. Le accuse iniziali di violenza sessuale, nel corso della vicenda giudiziaria, sono state derubricate in atti sessuali con minore. Galli un anno dopo i fatti, nel 2012, era stato assegnato a Legnano. Il processo di primo grado si era concluso con la condanna a sei anni e quattro mesi, pena che in appello in appello era stata ridotta a cinque anni e mezzo. La difesa aveva fatto ricorso in Cassazione, ottenendo l’annullamento con rinvio alla Corte d’appello di Milano. Nel nuovo processo d’appello, la Corte ha accolto la proposta di patteggiamento con una pena definitiva di tre anni da scontare ai domiciliari con possibilità di autorizzazioni a uscire per questioni lavorative. La Diocesi di Milano, fin dall’inizio del procedimento giudiziario, aveva sospeso Galli dal ministero pubblico delle funzioni di sacerdote. A suo carico, come si legge in un comunicato della stessa Diocesi di Milano, è ancora aperto il processo canonico. Fino alla conclusione di questo Galli rimane sospeso e non potrà esercitare in pubblico le funzioni sacerdotali. “Dal punto di vista dell’ordinamento ecclesiale – si legge nella nota pubblicata dalla Diocesi milanese sul sito istituzionale – mentre si attende l’esito del processo canonico in corso, sotto la responsabilità della Santa Sede, don Mauro Galli resta sospeso dall’esercizio pubblico del ministero, condizione in cui si trova fin dall’avvio del procedimento. Sebbene la decisione della Corte d’Appello appaia in linea con la decisione della Suprema Corte che aveva messo in dubbio le più gravi condotte addebitate al sacerdote, la Chiesa di Milano rimane colpita e addolorata per una vicenda che ha provocato grande sofferenza per la vittima, per i suoi familiari e per tutte le altre parti coinvolte”.