LINATE (MILANO) – Il normale accompagnamento di un clandestino alla frontiera da parte della Polizia è degenerato nella giornata di venerdì 8 luglio, rendendo necessario l’intervento di rinforzi per evitare conseguenze ancora più pesanti.
Tutto tranquillo fino all’arrivo a Linate
Gli agenti della Questura di Varese hanno trasportato l’immigrato, un marocchino appena scarcerato, all’aeroporto di Linate per imbarcarlo verso la madrepatria, ma all’arrivo allo scalo milanese, avendo realizzato che il “soggiorno” in Italia stava per terminare, ha aggredito i poliziotti, mordendone uno all’avambraccio e tentando poi di fuggire.
Gli agenti, aiutati dai militari dell’operazione “Strade Sicure” impegnati sul territorio milanese, sono riusciti a bloccare il marocchino nell’Alfa Romeo di servizio: una volta in auto, però l’uomo si è dimenato arrivando a sfondare i vetri e a deformare la portiera a calci.
Si sono resi necessari ulteriori rinforzi
Gli agenti erano sprovvisti di taser (procede molto a rilento la consegna delle pistole elettriche agli agenti, come denuncia il Siulp di Varese), pertanto si è reso necessario l’intervento della squadra volante di Milano per poter immobilizzare il clandestino con apposite fasce e con l’uso dello storditore. L’uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamenti e riportato in carcere.
Un epilogo che sa di beffa, visto che il rimpatrio è stato rimandato a data da destinarsi: forse era proprio ciò che il marocchino desiderava.