Clima/ Commissione Ue: Tetti emissioni non più negoziabili


Bruxelles, 24 set. (Apcom)
– I piani nazionali di assegnazioni
delle emissioni (Nap) che ogni Stato membro dell’Ue ha stabilito
per il periodo 2008-2012, con l’approvazione della Commissione
europea, “non sono più negoziabili”. Lo ha affermato, oggi a
Bruxelles, Barbara Helfferich portavoce del commissario europeo
all’Ambiente, Stravos Dimas, rispondendo alle domande dei
cronisti sulla lettera che il premier italiano, Silvio
Berlusconi, ha scritto al capo dell’Esecutivo comunitario, Josè
Manuel Barroso, lamentando i sovracosti del piano italiano di
riduzione delle emissioni, e annunciando l’apertura di un
negoziato con lo stesso Dimas, secondo quanto riferisce oggi ‘Il
Sole 24 Ore’. I tetti nazionali alle emissioni “sono stati
stabiliti, i piani nazionali di assegnazione sono stati adottati
con una procedura fissata dalla legislazione europea, e non sono
più negoziabili”, ha detto Helfferich.

Quanto alla sentenza del Tribunale di primo grado dell’Ue, che ieri ha annullato le decisioni con cui la Commissione aveva imposto una riduzione dei tetti delle emissioni di Polonia ed Estonia, la portavoce ha ribadito che i servizi di Bruxelles stanno ancora studiando il caso, in vista di un eventuale ricorso in appello. “La nostra azione avrà come primo obiettivo la stabilità dell’attuale mercato dei diritti di emissione (in cui la sentenza rischia di provocare una caduta verticale dei prezzi delle quote di CO2, ndr) e assicurare certezza giuridica”.

La sentenza di ieri, negando alla Commissione il potere di
stabilire dei tetti alle emissioni degli Stati membri, nei casi
specifici di Polonia ed Estonia, rischia in effetti di avere
conseguenze di principio, se si estendesse il ragionamento a
tutti i paesi membri, creando così una situazione di incertezza
giuridica alla base dell’intero sistema europeo di ‘commercio
delle emissioni’, stabilito nell’ambito della legislazione per
l’attuazione del Protocollo di Kyoto nell’Ue.

“La sentenza ci ha molto sorpreso: in genere, i giudici
comunitari prendono in considerazione lo spirito della
legislazione Ue, ma in questo caso non ne hanno tenuto conto”,
hanno riferito fonti qualificate della Commissione. “Nello
spirito della legislazione, in questo caso, l’obiettivo
principale è quello di stabilire un tetto alle emissioni”,
proprio quello che il Tribunale di primo grado ha giudicato che
la Commissione non ha il diritto di imporre agli Stati membri.
“Siamo molto fiduciosi di vincere in appello”, hanno concluso le
fonti.

Da notare, infine, che oltre a Polonia ed Estonia, altri sei
paesi avevano presentato ricorso al Tribunale di primo grado
contro le decisioni della Commissione sui propri tetti nazionali
delle emissioni. Tutte e sei le cause sono ancora pendenti. Ma i
paesi, come l’Italia, che non hanno presentato ricorso entro due
mesi dalle decisioni, non possono più farlo.

Loc

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