Bruxelles, 24 set. (Apcom) – Il commissario europeo all’Ambiente,
Stavros Dimas, si è detto oggi pronto ad “ascoltare le
preoccupazioni” del governo italiano sui costi del Piano
nazionale di assegnazione (Nap) delle emissioni di gas serra, ma,
ha avvertito, non sono comunque possibili aggiustamenti ‘ex post’
del piano stesso.
“Noi – ha detto Dimas all’Apcom – ascoltiamo sempre le
preoccupazioni degli Stati membri, e siamo pronti a spiegare come
funziona il sistema Ets (il mercato europeo dei diritti
emissione, ndr) e qualsiasi altra questione correlata. La
legislazione comunitaria, comunque – ha avvertito -, non permette
aggiustamenti ‘ex post'” dei tetti alle emissioni approvati dalla
Commissione per ciascuno Stato membro.
In una lettera della settimana scorsa al presidente della
Commissione José Manuel Barroso, di cui ha dato notizia oggi il
‘Sole 24 ore’, il premier Berlusconi aveva segnalato “gravi
difficoltà per le aziende italiane” a causa del piano di
assegnazione delle quote di Co2, e aveva chiesto il “personale
interessamento” del capo dell’Esecutivo comunitario “per arrivare
a una soluzione condivisa”, come ha confermato oggi il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti.
Bonaiuti ha puntualizzato che l’Italia “non ha mai chiesto al
presidente Barroso di rinegoziare” il piano emissioni, ma secondo
il ‘Sole 24 0re’, nella lettera del presidente del Consiglio
vengono esplicitamente menzionati il ministro dell’Ambiente,
Stefania Prestigiacomo, e i suoi contatti con il commissario
Dimas per esporre i problemi italiani. La lettera, insomma, mira
a sollecitare Barroso a fare pressioni su Dimas per trovare “una
soluzione condivisa” che alleggerisca alcuni costi per le imprese
italiane.
Per capire come fu deciso il piano nazionale di assegnazione
delle emissioni bisogna tornare indietro di due anni.
Nel 2007, il governo Prodi – con un compromesso raggiunto dopo un
braccio di ferro fra il ministro dello Sviluppo economico
Pierluigi Bersani e il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro
Scanio – propose a Bruxelles un Nap da 209 milioni di tonnellate
di CO2 (di cui 16 milioni di tonnellate accantonati per i ‘nuovi
entranti’ nel sistema industriale), ma la Commissione fu
inflessibile e approvò il piano italiano solo a condizione di
tagliare il ‘tetto’ del 6,3%, portandolo a 195,8 milioni di
tonnellate. Il negoziato continuò sulla riserva per i nuovi
entranti, per la quale Bruxelles accettò successivamente la
soluzione proposta dall’Italia (l’acquisto sul mercato con fondi
pubblici delle quote per 16 milioni di tonnellate e la loro
assegnazione gratuita alle imprese interessate).
Secondo fonti della Commissione, la questione per la quale il
governo italiano chiede ora il “personale interessamento” di
Barroso non riguarderebbero tanto il tetto alle emissioni
approvato da Bruxelles con il Nap italiano, quanto piuttosto la
riserva prevista per i ‘nuovi entranti’. La stessa lettera di
Berlusconi parlerebbe di problemi creati al sistema industriale
italiano “soprattutto per i nuovi entranti”.
Anche in questo caso, tuttavia, sembra che la risposta della
Commissione europea non cambierebbe: “Non è possibile aumentare
la riserva per i nuovi entranti, e le quote di CO2 della riserva
stessa devono essere comprate sul mercato dei diritti di
emissione”, ha puntualizzato una fonte qualificata della
Commissione.
Loc
MAZ
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