Parigi, 9 gen. (TMNews) – Il riscaldamento climatico potrebbe causare la scomparsa di tre quarti dei ghiacciai delle Alpi entro il 2100 e, secondo uno scenario ancora più pessimista, di una parte dell’Antartide entro l’anno 3000, con un innalzamento del livello dei mari di 4 metri. Lo sostengono due studi pubblicati oggi dalla rivista Nature Geoscience.
Le conclusioni del primo studio dicono che i ghiacciai perderanno tra il 15% e il 27% del loro volume entro il 2100. Un evento che “potrebbe avere delle ripercussioni sostanziali sull’idrologia regionale e sulla effettiva disponibilità di acqua”. Particolarmente colpite le Alpi, con una riduzione dei ghiacciai compresa tra il 60 e il 90%; ma anche i ghiacciai neozelandesi, con una riduzione compresa tra il 65 e il 79%. Molto minori invece le conseguenze del riscaldamento climatico sui ghiacciai della Groenlandia (8%) e su quelli centroasiatici (10%). Lo scioglimento potrebbe causare un innalzamento medio del livello del mare di 12 centimetri entro la fine del secolo. Una previsione che corrisponde alle stime indicate dall’Ipcc, il gruppo intergovernativo dell’Onu per l’evoluzione del clima, nel suo ultimo rapporto del 2007.
Uno scenario più catastrofico emerge dal secondo studio condotto dall’Univesità di Calgary, in Canada, che prende in esame l’inerzia dei gas a effetto serra che, una volta emessi, restano per secoli nell’atmosfera. Anche se tutte le emissioni nocive, per ipotesi, venissero interrotte entro il 2100, il riscaldamento proseguirebbe ancora per diversi secoli. Il riscaldamento delle acque dell’emisfero australe comporterebbe uno scioglimento della parte occidentale della calotta antartica entro l’anno 3000, con il conseguente innalzamento del livello del mare di 4 metri.
(con fonte afp)
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