Bruxelles, 28 ott. (Apcom) – Le imprese europee chiedono un accordo sul clima che sia “globale” e che “impegni tutti i paesi sviluppati allo stesso ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni” e che “stabilisca degli obiettivi vincolanti per i paesi emergenti più avanzati entro il 2020”. E’ quanto spiega BusinessEurope, la Confindustria europea, a sei settimane dal vertice di Copenaghen sul clima, garantendo che “le imprese europee sostengono l’azione per combattere il cambiamento climatico e sono anch’esse impegnate a fare la loro parte”.
BusinessEurope evidenzia come “sempre più imprese europee stiano diventando leaders nelle tecnologie e nelle soluzioni a basso contenuto di carbone”. Tuttavia per operare le imprese hanno bisogno di “prevedibilità”, ossia della possibilità di “calcolare le politiche ambientali nei loro investimenti”, motivo per cui “da Copenaghen deve emergere una cornice globale chiara, preferibilmente basata sul mercato”. In particolare “questo deve comportare un chiaro impegno da parte delle altre grandi economie, in particolare gli Stati Uniti e la Cina”, che devono dare “almeno un segnale politico incontrovertibile sulle loro politiche ambientali future per gli anni e i decenni a venire”.
La terza richiesta di BusinessEurope è che non venga “fissato nessun ulteriore obiettivo sulle emissioni senza un contesto armonizzato”. Secondo l’associazione, “l’azione unilaterale europea porterà al ‘carbon leakage’, ossia a meno posti di lavoro in Europa e più emissioni nel complesso. Vediamo che le altre regioni stanno iniziando ad agire sulle emissioni industriali, ma siamo ancora lontani dall’andare verso delle politiche globali ed equivalenti. Al momento una tonnellata di Co2 costa circa 15 euro per l’industria europea. Nella maggior parte dei posti al di fuori dell’Ue non costa niente”.
“Senza un contesto globale armonizzato, l’Europa dovrebbe continuare a dare permessi gratis ai settori industriali ad alta intensità di carbone in base allo Schema europeo sulle emissioni e attenersi agli obiettivi di riduzione delle fissati per base allo Schema, ossia un -21% tra il 2005 e il 2020”, conclude BusinessEurope.
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