CASTELVECCANA Computer, cellulari e un invidiabile armamentario di diavolerie elettroniche. Questo l’arsenale sequestrato dai carabinieri della compagnia di Luino al termine di un’operazione volta a sgominare una banda di clonatori di bancomat e carte di credito. Un perito elettronico italiano di 32 anni e un cittadino rumeno di 36 sono stati arrestati, mentre una donna uruguaiana, sempre trentaseienne, è stata denunciata. Il gruppo ha sottratto illegalmente migliaia di euro dai conti correnti delle ignare vittime. I tre,
che prima vivevano a Reggio Emilia, si erano trasferiti nel Luinese da circa 15 giorni e avevano creato la propria base logistica in un appartamento di Castelveccana. Qui avevano già pianificato la loro attività, partendo dallo sportello bancomat di un istituto di credito di un paesino della zona. I loro movimenti non sono passati inosservati, soprattutto agli sfortunati proprietari delle carte clonate, che hanno segnalato e denunciato vari episodi ai carabinieri. Appostamenti e verifiche hanno permesso ai militari di risalire alla banda.
Così, nella tarda serata di mercoledì, gli uomini dell’Arma hanno fatto irruzione nell’abitazione dove sono stati trovati e sequestrati un lettore di bande magnetiche (skimmer), decine di carte di credito false, telefoni cellulari, computer, hard disk, pen-drive e centinaia di codici di carte di credito. In definitiva tutta l’attrezzatura necessaria a far fiorire una intensa attività di clonazione. Gli episodi effettivamente riscontrati in provincia di Varese, però, non sono molti. I tre avevano piazzato l’attrezzatura per la clonazione in un solo sportello bancario, probabilmente utilizzando la postazione come banco di prova di un’attività da mettere a frutto nel periodo natalizio, quando i prelievi si fanno più frequenti. Gli investigatori pensano tuttavia che i tre possano aver agito anche altrove e l’indagine avviata cercherà di comprovare proprio questo dettaglio, individuando le vittime dell’attività illecita e quantificando il danno inferto, che al momento ammonta a diverse migliaia di euro. Il meccanismo per la clonazione prevedeva l’installazione di una telecamera opportunamente nascosta e collegata ad un cellulare, capace di inquadrare il tastierino numerico dell’apparecchio bancomat. Le immagini della telecamera servivano a carpire il Pin segreto, mentre un lettore di bande magnetiche posizionato davanti alla fessura (attaccato con un comune nastro bi adesivo) captava i codici custoditi nella carta. Così, nel giro di poche ore, gli ingegnosi clonatori erano in grado di compiere il furto di denaro elettronico, trasferendo le somme (2 o 300 euro alla volta) su carte prepagate intestate a prestanome stranieri. Per i due uomini si sono aperte le porte del carcere dei Miogni di Varese, dove sono a disposizione del sostituto procuratore Tiziano Masini. I carabinieri hanno anche rivolto un appello alle persone residenti nell’area di Luino affinché verifichino il loro estratto conto e segnalino eventuali anomalie.
b.melazzini
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