Cocquio, è morto l’anziano investito da un’auto pirata

COCQUIO TREVISAGO Non ce l’ha fatta Emo Businaro, il pensionato di 79 anni di Cocquio Trevisago, investito lo scorso 2 dicembre da un’auto pirata. L’uomo che viveva con la moglie in una casa di via Dante 17 in frazione S. Andrea, è deceduto venerdì pomeriggio all’ospedale di Circolo di Varese dove era stato subito trasferito dall’ospedale di Cittiglio a seguito delle gravi ferite riportate nell’incidente e dell’aggravarsi del quadro clinico. La polizia locale del Medio Verbano,

coordinata dal pubblico ministero Agostino Abate, sta conducendo le indagini per risalire all’identità dell’automobilista che dopo aver falciato Emo Businaro non si è fermato a prestare soccorso all’anziano rimasto agonizzante sulla strada. L’impatto violentissimo è avvenuto sulla statale 394 attorno alle 18 di giovedì 2 dicembre. Il pensionato che stava tornado a casa dopo una passeggiata stava attraversando la strada, non sulle strisce pedonali, all’altezza di via Fratelli Bandiera, strada che conduce al centro commerciale, per raggiungere il marciapiede di fronte che costeggia una macelleria ed un ristorante giapponese. Un’imprudenza, complice anche l’oscurità, che è costata la vita al pensionato. L’impatto con l’auto pirata è avvenuto proprio appena prima che Emo Businaro riuscisse a mettere piede sul marciapiede. Le condizioni dell’uomo sono apparse subito gravi; una grave emorragia celebrale e la frattura del bacino sono risultate fatali dopo otto giorni d’agonia. Dopo l’incidente, sulla statale la polizia locale ha rinvenuto tracce dell’auto che ha investito l’uomo. Grazie ai frammenti di lamiera, alle immagini delle telecamere poste sulla strada e ad alcune testimonianze, gli agenti della polizia locale sono riusciti a risalire al modello ed al colore dell’auto pirata. Si tratterebbe di una piccola utilitaria di marca straniera. La polizia locale sta incrociando i dati di tutte le auto immatricolate corrispondenti al modello. Un lavoro che richiede tempo ma che dovrebbe permettere di individuare il pirata della strada, a cui saranno contestati reati gravi come l’omicidio colposo e l’omissione di soccorso. Diverse persone hanno assistito impotenti all’incidente. Impegnati nel prestare i primi soccorsi all’uomo, nessuno ha pensato di annotare il numero di targa dell’auto anche perché nessuno avrebbe immaginato che l’automobilista fuggisse invece che prestare soccorso. Emo Businaro oltre alla moglie Edda lascia tre figli già grandi e numerosi nipoti oltre a due bisnipoti a cui l’uomo era legatissimo come a tutta la sua famiglia. In attesa dell’autopsia la data dei funerali non è stata ancora fissata.

b.melazzini

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