Colpi di mazza contro la vetrina Altro furto al Tigros di Buguggiate

BUGUGGIATE Non c’è pace per i centri commerciali varesini: dopo “Il Gigante” di Daverio la banda delle slot machine è tornata a colpire al bar del Tigros di Buguggiate. Era già accaduto un mese fa, è successo di nuovo nella notte tra lunedì e ieri. Pochi giorni fa la banda di professionisti aveva ripulito i videopoker del bar de “Il Gigante” a Daverio. Razzie compiute nel giro di pochi chilometri. Le circostanze e la dinamica dei fatti alimentano il sospetto che dietro ai fatti di Buguggiate e Daverio ci sia sempre la stessa firma. Individui senza scrupoli, pronti a tutto pur di raccattare qualche migliaio di euro.

Secondo una prima ricostruzione i ladri a colpi di mazza ferrata hanno frantumato i vetri antisfondamento della vetrina del bar all’interno del Tigros di Buguggiate. La loro è stata un’azione fulminea rallentata solo per qualche istante dalla catena che teneva unite le macchinette. Una volta all’interno, i ladri, muniti di tronchetto, hanno tagliato la catena trasportando rapidamente le macchinette a bordo di un camion parcheggiato all’esterno. In tutto sono state trafugate quattro macchinette e un cambiamonete. La refurtiva complessiva ammonterebbe a una cifra compresa tra 5.000 e 10.000 euro in contanti anche se una stima precisa del danno non è stata ancora effettuata.

Sull’episodio stanno indagando i carabinieri. La titolare del bar all’interno del centro commerciale è comprensibilmente molto amareggiata per quello che è successo. Due colpi uguali nel giro di un mese sono effettivamente difficili da accettare con filosofia. «Vorremmo essere più tutelati – sottolinea la donna – siamo disfatti, dopo un mese vengono a fare un altro furto. Noi incrementiamo sempre la sicurezza, eppure certi episodi si ripetono. A questo punto spero che davanti alla vetrata vengano messe delle protezioni, solo con le vetrate antisfondamento non è sufficiente. Sembra quasi casa loro, entrano come se niente fosse, rubano, distruggono tutto e poi se ne vanno. Non sappiamo proprio da che parte tirare. Già ci sono le tasse a metterci in ginocchio, poi ci aggiungiamo anche questo. Siamo stanchi».  

b.melazzini

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