La lotta con l’ago della bilancia non è puramente un fattore estetico per molti italiani: nel 2016 secondo gli ultimi dati Istat la popolazione adulta obesa ha raggiunto il 10,4%, mentre il 35,5% è in sovrappeso. La tavola rotonda organizzata per l’Obesity Day 2017, ieri dall’Ats Insubria, ha fatto emergere quanto ancora poco sappiamo questa malattia, come hanno sottolineato gli esperti coinvolti.
Una malattia che va prevenuta adottando e promuovendo stili di vita e alimentari che ricalcano la tradizione la cultura mediterranea, come modelli di dieta sostenibili utili ad affrontare emergenze sanitarie e patologie in crescita.
«Sull’alimentazione pensiamo di sapere tutto e spesso facciamo grossi errori che si ripercuotono sulla salute – ha detto il professor Michele Carruba, ordinario di Farmacologia e direttore del centro Studi sull’obesità dell’Università di Milano – Insegnare ai bambini è una delle soluzioni preventive. I morti per obesità e per malattie conseguenti sono 57mila all’anno con un costo di 28 miliardi di euro all’anno per l’ospedalizzazione».
Prima si comincia e più è facile cambiare: la scelta dei cibi, porzioni adeguate e mantenimento del piacere di mangiare.
Il dottor Raffaele Pacchetti, direttore della Promozione della Salute di ATS ha ricordato le diverse iniziative messe in atto a Varese in 17 anni. «I dati – ha aggiunto – ci mettono di fronte a una “epidemia” che ha avuto un incremento negli adulti e purtroppo anche nei bambini: ciò conferma la necessità di un intervento di salute pubblica da abbinare all’attività fisica».
Sugli standard italiani per la cura dell’obesità si è soffermato, sottolineando le linee guida degli interventi e alle modalità terapeutiche, il dottor Fabrizio Muratori, Direttore Malattie endocrine Diabetologia e Nutrizione ASST Lariana e presidente Nazionale Società Italiana Obesità.
«Spesso c’è uno stigma che accompagna le persone affette da obesità che percepiscono di essere meno curate o comprese rispetto ad altre – ha spiegato la dottoressa Maria Letizia Petroni, presidente Associazione di Dietetica e Nutrizione Clinica Lombardia, docente di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione – il paziente va accompagnato in un percorso di riabilitazione dall’alimentazione alla tolleranza dello sforzo». E in questo panorama non mancano ulteriori iniziative che vanno dall’educazione dei cuochi ai menù ad hoc per le scuole: «bisogna parlarne tutto l’anno – ha chiosato la dottoressa Maria Antonietta Bianchi, responsabile Obesity Day di Varese – Il percorso è difficile, ma che si può portare avanti tutti insieme».