OLGIATE COMASCO – Denaro pubblico assegnato alla gestione di una società con la partecipazione di due Comuni, che sarebbe stato gestito da una persona che in realtà non ricopriva alcuna carica societaria formale e che lo avrebbe utilizzato per fini personali. E’ quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza di Olgiate Comasco. I militari della Fiamme gialle hanno condotto accertamenti contabili, bancari e numerose attività di riscontro, accertando che la società, negli anni oggetto d’indagine, era stata di fatto gestita da un soggetto non ricoprente alcun titolo formale o carica amministrativa all’interno dell’azienda, in sostituzione degli amministratori pro tempore. Tale situazione, oltre a rappresentare una macroscopica anomalia nella gestione dei servizi pubblici, ha fatto sì che l’amministratore di fatto, dirigesse il personale, orientando le scelte aziendali in ordine agli aspetti amministravo-contabili, gestendo le liquidità finanziarie bancarie e di cassa.
La società pubblica si occupa principalmente di servizi alla persona, asili nido, mense scolastiche e biblioteca e riceve le risorse necessarie dai Comini che sono nella società partecipata, dalla Regione Lombardia e dai contributi pagati dai cittadini che intendono usufruire dei servizi.
L’ampia disponibilità di denaro pubblico, negli anni ha permesso all’amministratore di fatto, di sottrarre oltre 550.000 euro dalle casse della società. Diversi i sistemi utilizzati, bonifici diretti sul proprio conto corrente giustificati contabilmente da voci di costo fittizie, o con sottrazioni di denaro contante detenuto nella cassa, che veniva prelevato con la finalità di essere depositato in banca, ma in realtà era destinato a spese personali. A conclusione delle indagini, la Guardia di finanza ha deferito anche alla Procura Contabile presso la Corte dei Conti per Lombardia tre persone, ritenute responsabili del danno economico patito dalla società a partecipazione pubblica.
La magistratura contabile, nei giorni scorsi, ha disposto un provvedimento di sequestro conservativo sui beni posseduti dal direttore di fatto, per un valore complessivo pari all’ammanco di denaro pubblico quantificato, ed ha accertato le singole responsabilità amministrative, condannando i responsabili, sia in via principale a titolo di dolo, sia in via sussidiaria a titolo di colpa grave per omesso controllo, a rifondere integralmente le casse erariali del danno arrecato.