Forse non è il caso di scandalizzarci più di tanto: la televisione spazzatura è sempre esistita. Conduttori come Barbara d’Urso e programmi come Pomeriggio 5, in fondo, ci sono sempre stati e probabilmente continueranno a esserci. Mal che vada, dicono, basta cambiare canale.
Eppure stavolta c’è un però, eppure stavolta si è passato il segno. La storia, triste e tragica, è quella di Ylenia: in ospedale perché il suo fidanzato ha tentato di bruciarla viva buttandole addosso una bottiglia di benzina e dandole fuoco. Ed è proprio con l’ospedale di Messina che ieri la d’Urso si è collegata per intervistare la ragazza, che ha difeso a spada tratta il suo fidanzato. Le prove contro di lui sono schiaccianti, ma niente: lei lo ha difeso e l’ha fatto davanti a due milioni di telespettatori. Il livello del collegamento è poi precipitato con l’irruzione della madre di Ylenia che ha chiesto di interrompere l’intervista cercando di strappare il microfono dalle mani della figlia. Il litigio, gli insulti , le inaccettabili parole di comprensione della conduttrice nei confronti della ragazza («Io ti capisco…»).
Un teatrino indecente e inaccettabile, giocato su una realtà tragica e terribilmente attuale. Un insulto nei confronti di chi, da Lucia Annibali in giù, ha avuto il coraggio e la forza di denunciare. Una televisione, e tre donne (la d’Urso, la povera Ylenia, la giornalista inviata) che in quattro minuti sono riuscite a cancellare i passi avanti fatti in questi anni in quel mondo marcio e schifoso che ruota attorno alla violenza sulle donne. E di fronte a questo, cambiare canale non basta: il telecomando che spegne la vergogna non è ancora stato inventato.