Si chiama “social egg freezing” la pratica che permette alle donne di congelare i propri ovociti per poterli utilizzare in un secondo momento, quando magari avranno trovato il compagno giusto o raggiunto la stabilità economica desiderata. «È una pratica ormai consolidata negli USA e che, grazie ai passi avanti compiuti dalla scienza, permette di affrontare alcuni cambiamenti sociali», premette Michael Jemec specialista in Medicina della riproduzione del centro ProCrea di Lugano (www.procrea.ch).
Tre dati: innanzitutto, la tendenza a posticipare sempre l’età del parto. In Italia nel 2000 una donna aveva il primo figlio poco dopo i 30 anni, nel 2014 l’età media del parto ha superato i 31,5. Inoltre, secondo quanto rilevato dal Censis con l’indagine “Diventare genitori oggi”, il 90% degli under 35 intervistati ha dichiarato che vorrebbe diventare genitore, ma il contesto economico li costringe a rinviare la scelta. Terzo: la scarsa conoscenza dei problemi legati alla fertilità. Nell’indagine Censis sei intervistati su dieci dichiarano di sapere poco o nulla di infertilità, cause e problemi connessi. «La conseguenza di questi tre elementi porta ad una sottovalutazione complessiva dei problemi che possono riguardare la fertilità, in particolare con il passare degli anni», osserva Jemec.
«I progressi raggiunti dalle tecniche di crioconservazione che sono alla base dell’egg freezing – abbiamo tassi di sopravvivenza di oltre il 95% -, ci permettono oggi di superare l’asincronia tra il proprio orologio biologico e le personali condizioni sociali della donna», continua lo specialista dio ProCrea. «Di fatto passiamo da un concetto di preservazione della fertilità, a quello di prevenzione dell’infertilità. Il social egg freezing può essere considerato una misura di medicina preventiva per prevenire l’infertilità dovuta all’età avanzata con cui si va alla ricerca di una gravidanza».
«50 anni fa ci sono stati quanti si sono scandalizzati davanti all’introduzione della pillola anticoncezionale; oggi però la pillola è socialmente accettata. Con il social egg freezing si fa un passo oltre: crioconservare oggi la propria fertilità per non perdere l’occasione di diventare madri domani», spiega Jemec. «È una possibilità in più». La procedure di fecondazione dopo scongelamento raggiunge tassi di gravidanza superiori al 60%. I successi sono comunque legati all’età della donna al momento del congelamento. Per questo viene raccomandato di effettuare il “deposito” prima dei 35 anni.