Giovane, intraprendente e di belle speranze. Non stiamo parlando di un atleta, bensì di un club. L’Aquila Basket Trento è la debuttante di questo campionato di Serie A: soltanto 19 anni di storia alle spalle, ma tanta voglia di stupire e fare scherzi anche alle grandi signore del basket italiano. Vedere per credere, la sconfitta subita al PalaTrento, il 26 ottobre scorso, dalla nobile Cantù, battuta 83-71 dai ragazzi di Maurizio Buscaglia, al loro primo, storico trionfo nel massimo campionato. E proprio la Dolomiti Energia è l’ospite che la Openjobmetis attende domenica, alle 18.15, al PalaWhirlpool. Ci guida alla scoperta del mondo Aquila Basket il general manager, Salvatore Trainotti.
Nessun segreto. Siamo cresciuti passo dopo passo, compiendo semmai un exploit nelle ultime tre stagioni, con le due promozioni conquistate, che ci hanno portati fin dove siamo ora.
Assolutamente sì. La Pallacanestro Varese è stata lungimirante nel lanciare l’idea e ricordo che noi, prima di partire con la stessa iniziativa, ci eravamo rivolti a Michele Lo Nero per avere qualche consiglio. Trovo che il consorzio sia la giusta risposta alla scomparsa della figura del mecenate. Noi in più abbiamo voluto coinvolgere anche i tifosi, attraverso un Trust al quale verranno cedute prossimamente quote societarie.
Puntiamo a consolidarci, che significa ovviamente confermarci nella categoria, ma anche accrescere l’appeal del basket nella nostra realtà. La pallacanestro a Trento non ha grande tradizione, ma negli ultimi anni abbiamo aumentato esponenzialmente il numero di spettatori.
Abbiamo 1.600 abbonati. Con Cantù abbiamo fatto 2.700 spettatori e con Reggio Emilia 3.600.
Dal minibasket all’Under 19, abbiamo 350 ragazzi. Tenere in grande considerazione il vivaio è nel nostro Dna e da sempre, ogni anno, destiniamo risorse importanti a quest’ambito.
Siamo stati bravi e fortunati nel riuscire a coinvolgere un partner importante come Dolomiti Energia.
E il territorio, come detto, attraverso il consorzio. Crediamo che si debba spendere quanto si può. E non oltre.
Non abbiamo il budget dei club di prima e seconda fascia, ma da quattro stagioni ormai abbiamo scelto di investire ogni anno su un giovane, com’è stato con Diego quest’estate.
Il valore dell’avversario ha dato particolare risalto al risultato, ma è ovvio che quello che più conta per noi sono i 2 punti che abbiamo conquistato.
E sarà motivo di grande soddisfazione venire a giocare in una piazza così prestigiosa, entrare in quel palazzetto e affrontare una squadra così forte ed esperta, che in precampionato ce le ha già suonate. Cercheremo di mettere in difficoltà il più possibile i biancorossi.
Lo conosciamo bene, per averlo già affrontato lo scorso anno, quand’era sulla panchina di Capo d’Orlando.
Io credo che la sua abilità nel comunicare a volte mascheri addirittura le qualità che possiede, il talento che ha come allenatore. Anche lontano da Varese, si percepisce la sua capacità di coinvolgere e il grande feeling con l’ambiente, ma i risultati che sta ottenendo non sono il frutto delle emozioni, bensì della sua grande intelligenza.