Contro un muro a 200 all’oraSi rompe solo un braccio

LONATE POZZOLO  Spettacolare incidente l’altro ieri notte in via Dante a Lonate Pozzolo: una sola vettura è riuscita ad abbattere un porticato, almeno 10 metri di un muro di cinta. Impressionante, così come il motore sbalzato a parecchi metri dell’auto distrutta. Residenti e soccorritori non hanno creduto ai loro occhi quando si sono resi conto che il ragazzo al volante del bolide impazzito non solo era vivo, ma si era procurato ferite di poco conto. «E’ un miracolato – dicono il giorno dopo il botto residenti di via Dante – vedendo la macchina e cosa aveva combinato pensavamo fosse morto. E invece era cosciente: quando la Croce Rossa e i vigili del fuoco sono arrivati sul posto parlava. Certo era ferito ma parlava gesticolando».

Il miracolato ha 23 anni, è di Lonate, e guida, o meglio guidava, una macchina Subaru Impreza da rally. Una di quello con gli alettoni e il motore che viaggia ben oltre i 200 all’ora. «Forse era in gara – spiegano i residenti – Non abbiamo visto una seconda macchina ma certamente andava fortissimo». Che fosse in gara con una seconda vettura i carabinieri del nucleo operativo radiomobile, che hanno rilevato l’incidente, non hanno certezze. Anzi di una seconda vettura non c’è

traccia: nessun segno di frenata, nessun testimone, né tanto meno la conferma del ventitreenne. Ma che il ragazzo fosse impegnato in una sfida, una cronometro magari da riferire ad altri, qui nessuno parrebbe avere dubbi: «Una gara contro se stesso – dicono i residenti – Qui in tanti vanno forte ma non così. Il problema dell’alta velocità esiste, ma qui è vera follia. Sembrerebbe quasi aver voluto fare un tempo personale su un circuito immaginario».

Ma sui circuiti bisogna saper guidare e, soprattutto, tenere la strada. E invece il lonatese lancia l’auto a velocità decisamente elevata (i rilievi stabiliranno quanto elevata) e poi perde il controllo su una curva facile se affrontata in modo ragionevole. La Subaru sbatte contro il colonnato di un portico e lo abbatte, poi si ribalta, striscia per almeno una trentina di metri e abbatte circa 10 metri di un muro di cinta. Quindi si disintegra: il motore espulso dalla struttura e lanciato a gran velocità a circa 20 metri da dove si ferma l’auto. «Sembrava di guardare il terremoto – dicono i residenti – Immagini devastanti: tutto abbattuto e lui che spiegava. Ma cosa c’è da spiegare davanti a un tale esempio di imprudenza?». E se davvero il ragazzo fosse impegnato in una gara? «Di gare qui non ne abbiamo mai viste, ma non si sa mai», dicono in via Dante. E se una seconda auto l’avesse preceduto di parecchi minuti senza rendersi conto dell’incidente? Il giovane dice di no, che non c’era nessun altro. Il miracolato se la caverà con 25 giorni di prognosi: un braccio rotto e un trauma cranico non grave. Le ripercussioni, però, saranno parecchie: dovrà ripagare i danni causati a due edifici e dovrà rispondere dell’altissima velocità che certamente i rilievi attesteranno. Senza contare i test sul tasso alcolico presente nel sangue del guidatore: i risultati arriveranno tra qualche giorno.

f.tonghini

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