Controlli in dogana sui frontalieri «Vendetta per lo sconto benzina»

I controlli ferrei della scorsa settimana in cui sono caduti 27 padroncini del Varesotto e Comasco, ovvero tutti quelli monitorati con attenzione, continuano a fare discutere.

Perché i frontalieri parlano di rappresaglia. Non sono pochi, infatti, i lavoratori che hanno perso la pazienza. «È una ritorsione degli elvetici dopo l’aumento degli sconti-benzina», hanno esclamato dopo essere rimasti bloccati al valico di confine del Gaggiolo, ma anche agli altri accessi, compresi quelli normalmente non presidiati. Sul versante svizzero, invece, c’è chi come la Lega dei Ticinesi vuole che questo dispositivo di verifica da occasionale diventi la regola. «Soprattutto in considerazione dell’esito: su 27 padroncini controllati,

27 non erano in regola. Quindi un tasso di irregolarità del 100% – chiariscono dal partito – . Questa è la dimostrazione di quel che la Lega ha sempre detto e scritto, già in tempi non sospetti. Con la devastante libera circolazione delle persone verremo invasi da padroncini che lavorano in nero». Da qui la richiesta. «I posti di blocco ai nostri confini – tuonano i leghisti di oltre confine – dovrebbero essere permanenti, perché è ora di cominciare a richiudere le frontiere che sono state scriteriatamente aperte». Ma non solo. Perché la strategia, per evitare alle imprese del Varesotto di operare in Ticino è anche un’altra. E prende spunto dal recente caso che ha visto, suo malgrado, protagonista un’impresa di pompe funebri di Cuasso al Monte. Bloccata a Lugano, nel corso di una cerimonia, perché non in possesso dei requisiti necessari ad operare nel Cantone: ovvero l’esistenza di una sede sociale e commerciale in Ticino. «Perché allora – si chiedono dalla Lega dei Ticinesi – non fare lo stesso anche in altri delicati settori?». Non tutti la pensano, però, così. È il caso dei rappresentanti degli studenti della scuola specializzata superiore in cure infermieristiche di Besso: «Siamo stufi, basta generalizzare sulla questione frontalieri. Nel settore sanitario i frontalieri rappresentano una necessità»

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