Bruxelles, 4 dic. (Apcom) – Un giallo, da chiarire con
un’inchiesta indipendente e rigorosa delle autorità accademiche
britanniche, o dell’Onu; o addirittura uno scandalo, un ‘climate
gate’, che dovrebbe far tremare la comunità scientifica
internazionale, e condurre a una revisione radicale delle tesi
sul riscaldamento globale, date ormai per acquisite? La vicenda
della pubblicazione su Internet di un migliaio di email
confidenziali, scambiate fra alcuni ricercatori di punta della
scienza del cambiamento climatico, sta suscitando crescenti e
furibonde polemiche, tanto da far temere che la sua onda d’urto
possa giungere fino a Copenaghen come uno tsunami, e devastare
l’imminente Conferenza Onu sul clima.
Lo scandalo, nato a Norwich (Gran Bretagna), sta nel fatto che in qualche caso appare piuttosto chiara, da parte di alcuni
scienziati, la volontà di manipolare dati che potevano
‘disturbare’ le loro tesi, o di sopprimerli piuttosto che
affidarli alle mani di colleghi ‘scettici’. Le email sono state pubblicate on-line da un hacker il 17 novembre scorso, e riguardano la corrispondenza del professor Phil Jones, direttore dell’Unità sulla ricerca climatica dell’Università dell’East Anglia di Norwich (Gran Bretagna). E’ da questo dipartimento universitario che vengono molte delle misurazioni, delle serie storiche e delle banche dati sull’andamento delle temperature, su cui si sono basate le conclusioni allarmanti della comunità scientifica internazionale sul ‘global warming’ e sullo stato del Pianeta.
Il primo allarme sui possibili effetti devastanti dello scandalo
è venuto dalla presa di posizione di un negoziatore dell’Arabia
Saudita, un paese che negli ultimi tempi sembrava aver accettato
‘obtorto collo’, dopo anni di resistenza e di negazionismo, la
tesi del cambiamento climatico e della sua origine antropica,
dovuta in gran parte all’uso degli idrocarburi. Il responsabile
saudita, Mohammed Al Sabban, impegnato nelle trattative
internazionali sul clima, ha dichiarato ieri alla Bbc che la
vicenda avrà “un impatto enorme” sulle discussioni a Copenaghen,
e potrebbe farle deragliare dal percorso verso l’obiettivo
principale, l’accordo per ridurre le emissioni di gas serra.
Secondo Al Sabban, “da questo scandalo emerge che non c’è la
benché minima correlazione fra le attività umane e il cambiamento
climatico”.
Loc
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