Corso Moro, la fine di un’epoca Dimenticatevi la via dei negozi

«Tre mesi al massimo e poi chiudo». presto metterà la parola fine all’attività di cappellaio-ombrellaio iniziata dalla sua famiglia nel 1902.

Gli Alesina sono stati sempre in Corso Moro. Prima dall’altra parte della strada, nello stabile che oggi appartiene all’Inps; poi nel palazzo Sciarini e – dal 1957 – al civico 13, dove il negozio trova tutt’oggi.

«Sono nato in piazza San Giuseppe – racconta Alesina, che prima di essere un negoziante è un artigiano che sa riparare gli ombrelli – Ho 78 anni e ho iniziato a lavorare quando ne avevo 14, quindi 64 anni fa. Ricordo che al mattino frequentavo la scuola. Dopo il suono della campanella avevo due ore di svago in cui andavo all’oratorio San Vittore. Poi mi fiondavo in negozio per aiutare mio padre Domenico».

In tutti questi anni ne sono cambiate di cose. «Il ritmo di lavoro è stato stravolto: un tempo gli ombrelli da riparare non finivano mai, tanto da dover tornare in negozio dopo cena. Ho ancora nel retrobottega il tavolo su cui abbiamo lavorato da sempre, i segni dell’usura sono il suo bello. Oggi è tutto più tranquillo».

Ma, da attività storica qual è, Alesina è rimasta nel cuore dei Varesini. «Una volta è tornato un cliente chiedendo di cambiare un cappello acquistato 15 anni fa – racconta Alesina, che quel giorno non ha potuto credere alla strana richiesta – In tempi molto più recenti è venuto un giovane che ha fatto le foto a tre ombrelli uguali ma di colore diverso, che costavano 10 euro l’uno. Ha spedito le immagini alla fidanzata e ha aspettato 20 minuti per ricevere il responso».

Ambrogio ha lavorato sempre al fianco della moglie Corinna. Si sentirà la loro mancanza in corso Moro quando tireranno giù per l’ultima volta la saracinesca del negozio.

Oggi corso Moro è una via di passaggio, una buona “piazza” commerciale. Peccato che molte attività abbiano chiuso in questi anni sul lato dell’Inps. Il parrucchiere Pellini se n’è andato sbattendo la porta, lasciando un polemico cartello in vetrina. Anche Foot Locker, negozio di calzature sportive, ha cambiato casa trasferendosi ieri in via Vittorio Veneto 3, al posto del negozio Levis. Aveva bisogno di uno store più grande.

L’assenza di Foot Locker ha creato un altro spazio vuoto in corso Moro: al posto del negozio di scarpe ora non c’è nulla, solo carta da pacco sulle vetrine. Indiscrezioni sostengono che tra quelle mura aprirà un negozio di articoli per infanzia. Ma c’è chi già interpreta lo spostamento di Foot Locker come un segnale negativo per il commercio nel centro storico.

Nel frattempo la Regione ha pubblicato l’elenco dei «locali storici» di Varese. Sono solo tre: Ossola, il Borducan e Buzzetti, che ha già chiuso.

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