Così parlò Francesco Speroni Primo, dire ciò che si pensa

Destra e sinistra per lui pari sono: nel senso che Francesco Speroni i peli sulla lingua non ce li ha per nessuno. La colorita espressione usata per definire il Pdl (ricordiamo solo “bordello”, non tutta la spiegazione dietro) in un’intervista pubblicata su Affaritaliani avrà scatenato le ire dei suoi alleati romani, ma non scandalizza affatto chi lo conosce. Non entriamo nel merito, ma nello stile speroniano.
L’europarlamentare della Lega è così, quello che pensa lo dice (e lo fa).

Senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze, che siano l’impopolarità su un determinato fronte – politico o meno – o una possibile sgridata. Ma pare che Bossi non l’avesse rimproverato nemmeno dopo la sua uscita al referendum di 4 anni fa: «Gli italiani fanno schifo». Tuoni e fulmini, a Busto promossero anche una petizione per chiedere le sue dimissioni da presidente del consiglio comunale. Lui non ritrattò, perché una cosa è certa: i suoi toni possono riscuotere più o meno fans, ma è tra i pochissimi politici che non ritratta mai una dichiarazione per convenienza. Nessuno stupore, la notorietà della sua figura è legata agli exploit. Non solo a parole. L’anno scorso finì nel mirino per il gesto dell’ombrello all’Europarlamento. A Busto tempo addietro accolse il “nemico” Oscar Luigi Scalfaro in bicicletta.
Nessun riguardo. Ma nemmeno verso la Lega quando non costruiva le piste ciclabili in città, o con l’attuale maggioranza che non toppava le buche. Si inimicò persino i tifosi bustocchi, che lanciarono un’ironica sottoscrizione per mandarlo sulla luna. Lui la prese con garbo. E con un pizzico della sua proverbiale pignoleria: «Grazie, ma non basta, ci vogliono 100 milioni».
Ma. Lu.

m.lualdi

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