Così parlò il rabdomante “Io non sono un santone”

AZZATE A giorni ad Azzate arriverà il rabdomante ma intanto il curioso annuncio del sindaco Gianni Dell’Acqua sta facendo il giro d’Italia. Martedì, infatti, il primo cittadino aveva preannunciato la volontà di ingaggiare un rabdomante, Luigi Cantonati, un esperto del Trentino per cercare una falda acquifera che facesse rinascere il vecchio lavatoio del paese.
La notizia ha suscitato la curiosità di tante persone che ieri hanno tempestato di telefonate il sindaco di Azzate. Non sono mancate le richieste di giornali e telegiornali: oltre all’Ansa,

anche Telelombardia ha, infatti, contattato Dell’Acqua per un’intervista nella quale il primo cittadino spiegherà i motivi che lo hanno spinto a chiedere l’intervento di un rabdomante. Sì perché il sindaco circa trent’anni fa, per esperienza personale, superò le perplessità sulla rabdomanzia tanto da voler ripetere l’esperimento tra qualche giorno. Il rabdomante Luigi Cantonati, intervistato sul tema ieri anche dal quotidiano «L’Adige» di Trento, ha espresso la sua soddisfazione per la scelta fatta dal sindaco di Azzate: «Mi ha chiamato – conferma Cantonati – per trovare l’acqua. Lui sì che è una persona non ottusa, perché crede nelle potenzialità che persone come me hanno. Non sono un santone, il mio è un dono. C’è chi mi contatta attraverso il mio sito internet www.rabdomanzia.it, e chi mi conosce perché ho lavorato per privati, magari per chi cerca l’acqua per il pozzo del giardino, e per istituzioni, comuni o cooperative. Lavoro molto bene fuori dal Trentino». Così dal Trentino, Cantonati scenderà ad Azzate munito dei soliti ferri del mestiere: «A me – dice il rabdomante – va bene sia la verga che il bastoncino fatto di legno, non interessa se salice o olmo. Se devo preparami la bacchetta sul posto scelgo i diametri della forcella, ma di solito ho i miei “ferri del mestiere” con i manici in legno e poi ferro e acciaio». Cantonati, nella lunga intervista al quotidiano di Trento, ha poi evidenziato le qualità del vero rabdomante: «Ho scoperto di essere un rabdomante all’età di 29-30 anni, ora ne ho 41. Mio fratello, titolare di azienda agricola, all’epoca aveva bisogno di acqua. La ditta di perforazioni sarebbe arrivata solo se una persona avesse indicato loro in che punto lavorare. Contattati un anziano uomo trentino: lo andai a prendere e lo portai sul posto. Quest’uomo aveva iniziato la ricerca con la bacchetta. All’inizio non ci credevo. Poi ero passato anch’io nello stesso punto: la  bacchetta si muoveva nelle mie mani. Assieme a quell’uomo ho fatto ricerche altre quattro-cinque volte, tutte finite bene».

b.melazzini

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