«È successo ancora qualcosa? Hanno bruciato una macchina? Ancora? Era già capitato qualche mese fa». Residenti e frequentatori del campo sportivo di Marnate ieri arrivavano sino al fondo via Kennedy dove, a una ventina di metri dal limitare dei boschi che si aprono dietro le ultime case, i carabinieri avevano tirato i nastri per isolare la zona. Arrivavano lì in auto, in bicicletta, qualcuno a piedi terminata la sessione di jogging scuotevano la testa mormorando «non se ne può più», salvo poi girare i tacchi (o l’auto) e tornare da dove erano venuti.
L’insofferenza, anzi la paura e la rabbia, per il fenomeno dello spaccio nei boschi che circondano Marnate da parte dei residenti erano già esplose nel luglio scorso quando i residenti di Nizzolina si erano rivolti ai media dopo aver bussato a svariate porte per denunciare la situazione. «Tra via Po e via Arno è ormai quotidiana e impressionante l’attività di spaccio di droga, che avviene soprattutto nella fascia oraria compresa tra le 16 e le 22», avevano segnalato i residenti che si erano rivolti anche all’Amministrazione chiedendo aiuto. Il Comune non ha però né mezzi né strumenti per intervenire, né ha le competenze per poter liberare l’area (che è vastissima) da un vero e proprio sistema di vendita di droga su vasta scala.
Alcuni residenti avevano segnalato che, mentre passeggiavano nella zona, incontravano i clienti (in macchina o in scooter) che, incuranti della popolazione locale, si fermavano a lato della strada e aspettavano lo spacciatore, il quale puntualmente usciva allo scoperto comparendo dal bosco adiacente, ritirava i soldi e consegnava la merce, il tutto senza dubbi ed esitazioni di essere scoperti. «Ultimamente gli spacciatori hanno anche rotto alcuni finestrini delle auto parcheggiate sulla strada. Il fatto è avvenuto in Via Arno, di notte. In sintesi la situazione sta peggiorando e, per il momento, non si intravedono soluzioni» dicono i residenti. Che parlano apertamente di «reale situazione di pericolo».