Costi politica/ Ok Questori: Stop vitalizi parlamentari da 2012

Roma, 7 dic. (TMNews) – Via libera definitiva dal collegio dei Questori di Camera e Senato alla proposta di modifica del sistema dei vitalizi per i parlamentari, che verrà votata in via definitiva il 14 dicembre dagli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento. Le novità partono dal nome: l’insieme delle norme che regolano le ‘pensioni’ dei parlamentari non si chiameranno più, nei regolamenti di Camera e Senato, “norme per i vitalizi”, perchè “i vitalizi scompaiono”. Al loro posto, ha spiegato il questore del Senato Benedetto Adragna (Pd), verrà introdotto un sistema contributivo pro rata, del tutto simile a quello uniformemente utilizzato nella pubblica amministrazione. “Le nuove regole – ha aggiunto il questore – entreranno in vigore dal 1 gennaio del 2012 e saranno uguali per Camera e Senato”.

Confermate quindi le indiscrezioni diffuse al termine della riunione dei Questori di questa mattina, con piena “concordia tra Camera e Senato”, necessaria, secondo Adragna, “per dare quel segnale di attenzione” a quanto chiesto anche dal governo. Confermati anche i requisiti di età per la ‘onorevole previdenza’: avranno diritto alla pensione al compimento dei 65 anni i deputati e i senatori che avranno alle spalle una sola legislatura, al compimento dei 60 quelli che avranno fatto più legislature. Le nuove norme e i nuovi limiti d’età “varranno per tutti, parlamentari in carica e parlamentari futuri”.

Si tratterà quindi, secondo Adragna, “oltre che di un segnale di attenzione” al momento di crisi, di una “riforma strutturale”. I benefici a livello di risparmio per le casse dello Stato, infatti, non saranno immediatamente percepiti (i vitalizi già erogati e quelli che riguardano i primi 3 anni e mezzo di questa legislatura non verranno toccati) ma diventeranno “corposi” con il passare degli anni, quando cioè verranno meno i parlamentari che godono del vecchio trattamento previdenziale e verranno sostituiti da quelli che avranno versato i contributi.

In realtà, quella varata oggi nelle due riunioni dei questori è una bozza che “coglie lo spirito delle riforme Monti”: non è escluso che nei passaggi parlamentari successivi e in prospettiva si possa andare, soprattutto per quanto riguarda i limiti d’età, verso un agganciamento delle pensioni dei parlamentari a quelle dei funzionari del pubblico impiego (al momento 66 anni), nonostante l’autodichia delle Camere. L’ultimo passaggio che ancora manca al completamento della riforma, a parte il voto (scontato) degli uffici di presidenza (a dare il via alla riforma sono stati i presidenti Gianfranco Fini e Renato Schifani) è il lavoro per le modifiche necessarie ai regolamenti di Camera e Senato (che oggi ha prolungato gli incontri), ma, secondo i questori, si tratta solo di incombenze burocratico-normative, visto che anche i parlamentari, più o meno volentieri, hanno capito “la gravità del momento e lo sforzo richiesto a tutti, nessuno escluso”.

Gic

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