– L’avrebbe adescata all’interno del reparto psichiatrico dell’ospedale di Busto Arsizio e poi l’avrebbe avviata alla prostituzione. Si sono aperte ieri le porte del carcere di Busto Arsizio per un operatore sanitario in forza a una cooperativa che lavora all’interno dell’ospedale cittadino.
Si tratta di un quarantenne che dovrà rispondere di favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione. L’uomo, che fino a ieri si occupava di pulizie e altre attività generiche all’interno della struttura ospedaliera, aveva diversi precedenti, tra i cui il maltrattamento ai danni di ex compagne. Le corsie dell’ospedale si sono trasformate nell’occasione di incontro tra l’adescatore e la presunta vittima, che si trovava nella struttura dal 2015 per curare un lieve disagio di natura psichiatrica.
Incurante delle sue condizioni, il quarantenne senza scrupoli, ha “agganciato” la donna, poco più che ventenne, intessendo una relazione che si è poi sviluppata e prolungata anche fuori dall’ospedale. Secondo le prime informazioni i due avrebbero anche iniziato a convivere per qualche tempo. La convivenza, per la ragazza, si è tramutata nel peggior incubo possibile. Secondo quello che sembra essere un piano ben costruito, infatti, il quarantenne l’ha avviata rapidamente alla prostituzione.
I primi clienti sarebbero stati individuati nella cerchia delle amicizie del suo presunto aguzzino. Ma velocemente il “giro” si è allargato, estendendosi a clienti anche provenienti dal Piemonte. Il metodo di reclutamento della clientela si è sempre più affinato anche grazie all’uso di internet. Il quarantenne avrebbe utilizzato il numero della ragazza, pubblicando foto e informazioni. Le prestazioni sessuali alle quali la donna era stata avviata, anche per via di una sudditanza psicologica apparentemente rilevante, avvenivano nella camera da letto della loro abitazione, ma anche nei parcheggi della città o nei dintorni. Gli incontri venivano pianificati telefonicamente secondo uno spartito sempre più collaudato. Grazie alla segnalazione di un complice fuori dalla cerchia familiare l’incubo si è interrotto.
Le accuse sollevate dalla Procura di Busto Arsizio, che ha lavorato in sinergia con i carabinieri di Busto, sarebbero state confermate dal racconto della presunta vittima. Ieri i militari hanno effettuato una perquisizione a casa dell’arrestato dove è stato ritrovato materiale pornografico, oltre a 5.000 euro in contanti (probabile provento dell’attività di prostituzione).
Quella dei soldi è una circostanza chiave che ha fatto nascere negli investigatori il sospetto che anche altre ragazze potrebbero aver fatto la stessa fine. Se qualcuno avesse informazioni in questa direzione è pregato di contattare la caserma dei carabinieri di Busto.