Credit Suisse corre ai ripari. Dopo il tonfo del titolo sulla piazza di Zurigo, che ieri ha innescato una tempesta di vendite sull’intero comparto bancario in Europa, l’istituto di credito svizzero ha annunciato l’intenzione di esercitare la sua opzione per prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri, circa 54 miliardi di dollari, dalla Banca Centrale Svizzera.
Il Consiglio federale svolgerà una seduta straordinaria a causa della situazione di Credit Suisse. Lo hanno confermato a Keystone-Ats fonti ben informate dell’amministrazione federale. Intanto c’è grande attesa per la riunione della Bce di oggi, giovedì 16 marzo, dove è atteso un nuovo il rialzo dei tassi di 50 punti base.
In una nota l’istituto di credito ha fatto sapere che questo servirà a rafforzare la sua liquidità. E che “sosterrà le attività core e i clienti di Credit Suisse mentre la banca prende le misure necessarie per creare una struttura più semplice e concentrata sulle necessità dei suoi clienti”. La banca si offre anche di riacquistare debito per circa tre miliardi di franchi. Il Ceo Ulrich Koerner ha spiegato che il prestito arriva nell’ambito di una “queste misure mostrano un’azione decisa per rafforzare Credit Suisse mentre continuiamo la nostra trasformazione strategica per offrire valore ai nostri clienti e agli stakeholder”.
Questa mattina, sulla scia del sostegno espresso dalla Banca nazionale svizzera, Credit Suisse si conferma tonica in borsa ma il rimbalzo rispetto al crollo di ieri sta diventando meno incisivo: a poco più di un’ora dall’apertura del mercato il titolo della grande banca sale del 18% a 2,01 franchi. Nei primi scambi in apertura l’azione aveva raggiunto un massimo di 2,25 franchi, ciò che equivale a una progressione del 32% rispetto a ieri, giornata del crash, quando il valore aveva chiuso in ribasso del 24% a 1,70 franchi. Nella giornata di ieri il titolo era sceso per la prima volta nella storia sotto i 2 franchi, mentre mercoledì il corso finale era ancora di 2,24 franchi.