VARESE – Il florovivaismo in Lombardia vale 245 milioni di euro, con un aumento del 6% in un anno. E’ quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione dell’apertura di Myplant & Garden a Milano, la principale fiera internazionale di settore. Sui nostri territori – continua la Coldiretti Lombardia – la filiera del verde è rappresentata da 7mila imprese, concentrate per la maggior parte nelle province di Milano, Brescia, Varese, Como e Bergamo. Il florovivaismo – aggiunge l’associazione degli agricoltori – è un comparto strategico per l’economia italiana, ma è stretto d’assedio da piante e fiori stranieri con le importazioni balzate a livello nazionale del 35% nell’ultimo anno toccando il massimo di sempre. Gli arrivi di prodotti dall’estero nel 2022 si avvicinano in valore ai 900 milioni di euro, praticamente raddoppiate rispetto a venti anni fa, secondo proiezioni Coldiretti su dati Istat.
Le serre e i vivai Made in Italy, inoltre, stanno subendo un attacco a tenaglia su due fronti. Da un lato ci sono i cambiamenti climatici con lunghi periodi di siccità, caldo anomalo intervallato da gelate improvvise, che stanno mettendo a dura prova le piante. L’altro fronte aperto – evidenzia Coldiretti – è quello dell’esplosione dei costi di produzione a causa della guerra in Ucraina che pesa su ogni cosa, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni fino al gasolio per il riscaldamento delle serre.
E – sottolinea Coldiretti – sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma. “Con una differente politica del verde pubblico potremmo affrontare meglio anche l’aumento esponenziale dei costi dell’energia”, spiega il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini. La messa a dimora di nuovi alberi è importante – sostiene l’associazione – per affrontare il problema delle città dove si dispone di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante, puntando su un grande piano di riqualificazione di parchi e giardini che migliori la vita della popolazione e la qualità dell’aria. Una pianta adulta è infatti capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Senza dimenticare gli effetti di mitigazione sui microclimi metropolitani visto che differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2 C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra.