ROMA – Il futuro è alle porte e sulla scena del crimine, a precedere i militari dell’Arma in tuta bianca, ci sarà tra breve anche un apposito sistema di strumenti di analisi a distanza che, prima del loro accesso e senza contaminare i luoghi, si metterà alla ricerca di tracce del delitto invisibili all’occhio umano, identificandole e visualizzandole in tempo reale mediante una ricostruzione tridimensionale della scena, navigabile anche da una postazione distante dal luogo d’intervento.
Il sistema, studiato e sviluppato nell’ambito del progetto europeo RISEN (Real-tlme on-si le forenSic lracE qualifìcatioN)1, che vede l ‘ENEA coordinatore e il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS), unica Forza di Polizia italiana, tra i 20 partner progettuali di 12 Paesi europei, getta le basi per l’esame della scena del crimine del futuro: gli investigatori potranno partecipare, in tempo reale e a distanza, alle attività di sopralluogo nello scenario 3D dove valutare tempestivamente la tipologia e distribuzione delle tracce del reato per una pianificazione mirata e immediata degli esami da condurre.
Il prototipo realizzato dal gruppo di ricerca è costituito da 8 strumenti ( c.d. sensori) integrati tra loro, in grado di rilevare e qualificare direttamente sulla scena del crimine (on-site) e a distanza (contactless), impronte digitali, tracce di sangue, di esplosivi, di sostanze stupefacenti e aggressivi chimici/sostanze tossiche.
Nei giorni scorsi, i partner di progetto hanno testato le tecnologie in diverse scene del crimine, quali quelle di omicidio e del laboratorio clandestino di droghe ed esplosivi, appositamente ricostruite presso il laboratorio sperimentale del RIS di Roma, e ne hanno confrontato i risultati con quelli ottenuti nelle medesime condizioni ma seguendo le normali procedure di sopralluogo.