Crisi/ Accordo Ecofin: 500 mld euro per stabilizzare eurozona


Bruxelles, 10 mag. (Apcom)
– Un pacchetto da 500 miliardi di euro fra prestiti e garanzie di prestiti, più la possibilità di aggiungerne altri 250 da parte dell’Fmi, più gli acquisti sul mercato secondario dei titoli di Stato dei paesi ‘fragili’ dell’eurozona da parte della Banca centrale europea, e ancora gli impegni di questi stessi paesi (per ora Spagna e Portogallo)a fare sforzi aggiuntivi per consolidare i propri bilanci più in fretta e con più rigore: sono, in estrema sintesi, le decisioni che il Consiglio dei ministri finanziari dell’Ue ha preso in una riunione interminabile cominciata alle tre di ieri pomeriggio e conclusa alle 3 e un quarto di questa mattina. Basteranno a stabilizzare l’eurozona e a convincere i mercati a desistere dai loro attacchi ai suoi paesi membri finanziariamente più deboli, oggi i paesi iberici dopo la Grecia, domani l’Irlanda e poi forse persino l’Italia?

L’Ecofin ha approvato la creazione di due diversi dispositivi per rispondere all’attacco dei mercati all’eurozona. Il primo è il meccanismo comunitario di stabilizzazione (prestiti da 60 miliardi di euro), gestito direttamente dalla Commissione europea e garantito dal bilancio Ue, che sarà creato sulla falsariga del dispositivo di sostegno alla bilancia dei pagamenti dei paesi non membri dell’eurozona. I ministri hanno approvato un regolamento Ue basato sull’art.122 del Trattato (che prevede la possibilità di “concedere un’assistenza

finanziaria dell’Unione” a uno Stato membro “che si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato di gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo”). Il regolamento permetterà di estendere anche agli Stati membri dell’eurozona il dispositivo previsto per la bilancia dei pagamenti, e di allargarne il campo di applicazione ai casi di difficoltà di approvvigionamento sui mercati dei finanziamenti per il debito sovrano.

Il secondo è uno strumento chiamato ‘Special purpose vehicle’, praticamente un Fondo intergovernativo di stabilizzazione, garantito bilateralmente dagli Stati dell’eurozona fino a 440 miliardi di euro, che raccoglierà sul mercato ulteriori prestiti a beneficio dei paesi dell’euro in difficoltà, sulla base di programmi triennali. Per predisporre questo secondo dispositivo verrà seguito il modello del meccanismo di assistenza finanziaria già creato per la Grecia.

A questo pacchetto, già cospicuo, si aggiungerà un contributo dell’Fmi che potrà arrivare fino alla metà dei finanziamenti dell’Ue, ogni qualvolta verrà attivato il doppio dispositivo di stabilizzazione (meccanismo comunitario più fondo intergovernativo) per un paese sotto l’attacco dei mercati. Nell’ipotesi, molto remota, di un ricorso massiccio a tutti i 500 miliardi del pacchetto europeo di stabilizzazione, l’Fmi contribuirebbe dunque fino a 250 miliardi di euro.

L’erogazione dei prestiti sarà in ogni caso condizionata, com’è
avvunuto per la Grecia e com’è tradizione per i finanziamenti
dell’Fmi, all’attuazione di programmi pluriennali di rigorosissime misure di consolidamento dei bilanci e di riforme strutturali da parte dei paesi ‘assistiti’. (Segue)

Fra i due meccanismi decisi dall’Ecofin ci sono alcune differenze fondamentali in termini di ‘timing’ e di modalità di attivazione: mentre il meccanismo comunitario potrà essere attivato immediatamente dalla Commissione, in caso di necessità, raccogliendo sui mercati, al proprio tasso d’interesse, i finanziamenti fino a 60 miliardi di euro e destinandoli rapidamente ai paesi in difficoltà, per il fondo intergovernativo ci vorranno tempi più lunghi, così come è accaduto per lo strumento di assistenza finanziaria alla Grecia, che è partito concretamente solo oggi, a circa un mese dalla sua creazione l’11 aprile scorso da parte dell’eurogruppo.

Loc

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