Bruxelles, 6 ott. (TMNews) – L'”azione coordinata” che propone la Commissione europea per la ricapitalizzazione delle banche in crisi non consiste in un’iniziativa finanziaria centralizzata a livello Ue, ma nella definizione di un modello comune di meccanismi e condizioni, da applicare da parte degli Stati membri a livello nazionale, che sia coerente e compatibile con la legislazione europea, e in particolare con la normativa sugli aiuti di Stato.
E’, in sostanza, quanto hanno chiarito, oggi a Bruxelles, fonti della Commissione e lo stesso capo dell’Esecutivo comunitario, José Manuel Barroso, dopo che una sua frase, pronunciata stamattina durante una sessione di domande e risposte con il pubblico via Youtube, aveva creato aspettative su un ‘piano Ue’ d’intervento e persino sulla possibilità che venisse creata una sorta di ‘bad bank’ europea per raccogliere gli attivi ‘tossici’ detenuti dalle banche.
“Stiamo proponendo agli Stati membri di condurre un’azione coordinata per ricapitalizzare le banche e per sbarazzarsi degli ‘asset tossici’ che eventualmente detengono”, aveva detto Barroso su Youtube. Poi, nel pomeriggio, incontrando brevemente la stampa in un ‘Vip corner’ insieme al premier finlandese Jirky Katainen, il presidente della Commissione ha precisato: “E’ evidente che in campo di ricapitalizzazioni bancarie gli sforzi devono essere fatti in modo coordinato. Direi, anzi, che è indispensabile, visto che c’è una legislazione comunitaria in materia di aiuti di Stato che deve essere rispettata”.
Le misure di ricapitalizzazione delle banche, insomma, devono essere coordinate perché “hanno un impatto sul mercato unico”, ha insistito il presidente della Commissione. E ha puntualizzato: “Questo è ciò che stiamo dicendo”, che questa necessità di coordinamento “è semplicemente una questione di senso comune”, su cui sono d’accordo anche gli Stati membri, e che, d’altra parte, “non è diverso da ciò che ha detto qui Angela Merkel”, la cancelliera tedesca che ieri era in visita a Bruxelles.
“Noi – ha ricordato il capo dell’Esecutivo Ue – abbiamo già messo sul tavolo dei governi la proposta di direttiva sui requisiti di capitale, siamo stati i primi al mondo a presentare una proposta legislativa per applicare Basilea III (l’accordo per rafforzare i fondi propri delle banche entro il 2019, ndr). Ma ora – ha ammesso Barroso – è possibile che si debba fare di più, e allora stiamo lavorando con la nuova l’Autorità bancaria europea e con i ministri delle Finanze, e il commissario competente ne ha parlato a lungo durante l’ultimo Consiglio Ecofin (martedì scorso a Lussemburgo, ndr). Stiamo lavorando per proporre certe idee, ma non siamo ancora pronti a presentarle”, ha detto il presidente della Commissione.
Barroso si è poi rifiutato di fornire una stima quantitativa dei finanziamenti necessari oggi per la ricapitalizzazione delle banche europee (si parla di 100-200 miliadi di euro). “Non faccio speculazioni su queste stime, non sarebbe appropriato. Ma crediamo – ha sottolineato – che siano necessari più sforzi, perché la situazione si è deteriorata, e che debbano poseguire gli sforzi già intrapresi in molti casi dopo i risultati degli ultimi ‘stress test’ sulle banche, a luglio”.
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