Bruxelles, 22 ott. (TMNews) – I ministri finanziari dell’Eurozona (Eurogruppo) si sono incontrati ieri a Bruxelles dove hanno deciso lo sblocco di massima della nuova tranche di aiuti alla Grecia. Ma è solo la prima di una serie di riunioni dei responsabili politici europei che mirano a mettere fine alla crisi del debito sovrano, una vera maratona sotto nuvole minacciose di disaccordo.
Si riunirà oggi l’Ecofin, con l’allargamento della riunione dei ministri ai colleghi dei paesi fuori dall’euro; poi il doppio vertice, dell’Ue la mattina (Consiglio europeo) e dell’Eurozona nel pomeriggio di domani, domenica, preceduto alla vigilia, questa sera, da un summit bilaterale fra Angela Merkel e Nicola Sarkozy.
Infine, mercoledì prossimo, vi sarà un nuovo vertice dell’Eurozona, deciso su sollecitazione franco-tedesca. Le divergenze fra Merkel e Sarkozy, evidentemente, sussistono ancora e sono abbastanza profonde, tanto da impedire all’asse Parigi-Berlino di mettere sul tavolo dl vertice una proposta unitaria di soluzione ‘complessiva’ della crisi.
La riunione dei ministri finanziari dell’Eurozona (Eurogruppo) si è conclusa, ieri sera, con almeno un risultato positivo, la decisione di versare, finalmente, la sesta tranche da 8 miliardi di euro del primo prestito alla Grecia. Ma è qui che cominciano i problemi e le divergenze: il secondo piano di aiuti, infatti, è intimamente legato ai dettagli ‘tecnici’ del ‘coinvolgimento’ dei creditori privati, ovvero l’accettazione di una perdita di valore dei titoli greci da loro detenuti che era stata fissata al 21% a luglio, e che ora alcuni Stati membri (soprattutto tedeschi e olandesi) vorrebbero aumentare sostanzialmente, al 50 o forse 60 per cento. Su questo punto non c’è ancora accordo, viste le pressioni delle banche che si fanno sentire soprattutto sulle posizioni di Parigi.
Ma le divergenze maggiori restano quelle sul potenziamento del Fondo di salvataggio dell’Eurozona, l’Efsf, con la Francia che insiste per il ricorso ala leva finanziaria, attraverso la sua trasformazione in banca con accesso illimitato al credito della Bce, e la Germania (con la stessa Bce), fortemente contraria, e orientata piuttosto a usare l’Efsf per fornire garanzie fino al 20% ai titoli di Stato dei paesi più vulnerabili al contagio della crisi, come Italia e Spagna.
A dimostrazione del malumore diffuso, e dell’estema delicatezza del momento, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, se n’è andato senza tenere la sua tradizionale conferenza stampa finale con il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, e nessuna conferenza stampa ‘nazionale’ è stata organizzata dagli altri ministri.
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